San Giorgio del Sannio: caso amianto, il 'chiarimento' del Comune


Il coro di sdegno-protesta-rabbia, sollevatosi da più parti relativamente alla arcinota questione amianto nell' ex edificio postale di San Giorgio del Sannio, pretendeva una sollecita risposta chiarificatrice da parte dell' amministrazione comunale di San Giorgio del Sannio. Ed, in effetti, la maggioranza sangiorgiese - un pò tirata per la cravatta, a dire il vero - non ha tardato troppo a far sentire anche la sua campana. Più che altro, si è trattato di una sorta di cronistoria del rapporto tra l' Ente comunale e la struttura in questione. Ebbene, eccone il resoconto, come esposto dai vertici della maggioranza sangiorgiese. L' edificio - si apprende - sarebbe stato acquisito il 20.10.2004 da Poste Italiane S.p.A. Precedentemente a questa data, l’Asl BN 1 (Distretto Sanitario n.24 di San Giorgio del Sannio) avrebbe già effettuato dei prelievi,  in data 10.09.2002, volti alla ricerca di eventuali presenze di tracce d' amianto. Non si fa riferimento, tuttavia, alle motivazioni che avrebbero spinto alle analisi del 2002. Se, cioè, esse rientrassero in un normale protocollo o se, diversamente, fossero state effettuate dietro sollecito di parte. Si viene a conoscenza, ancora, del fatto che l’Asl BN 1 avrebbe fatto richiesta di un' ulteriore indagine all’Arpac. E fu in questa circostanza che sarebbe emersa la presenza - nella pensilina sovrastante l' ingresso per il pubblico -  di fibre minerali assimilabili all' amianto crisolito. L' Arpac avrebbe ritenuto, però, visto l’ottimo stato di conservazione dei pannelli in questione,  che non sussistesse il pericolo di rilascio di fibre nell’ambiente circostante e, per questo motivo, non ne sarebbe stata disposta la rimozione. Di tutti questi accertamenti precedenti all’acquisto dell’immobile, il Comune - stando sempre tutto ciò a quanto dichiarato dai suoi rappresentanti - sarebbe rimasto all’oscuro fino a oggi, in quanto i relativi esiti non gli sarebbero stati mai comunicati nè dall’ Arpac, nè dall’ASL, nè da Poste Italiane S.p.A (da quest' ultimo soggetto, neppure in fase di vendita dell’immobile). Il comune sangiorgiese dichiara, quindi, di essere venuto  a conoscenza della presenza di amianto solo il giorno 22.09.2011 alle ore 10.00 - su segnalazione dell' ARPAC - in occasione dei lavori di demolizione dell' edificio. Immediatamente sarebbe stata ordinata la sospensione dei lavori che, tuttavia, non avevano ancora interessato l' area 'a rischio'.  Scattato, comunque, il protocollo di sicurezza, sarebbe stato affidato il compito di bonificare l' area alla ditta RI.LA.CO Srl di Torrecuso, specializzata nel settore. Essa, quindi, ottemperato al compito, avrebbe atteso di provvedere alla rimozione ed allo smaltimento delle lastre contenenti amianto “previa redazione di un apposito progetto da parte degli organi competenti”. Questa il nocciolo della replica dell' Ente, doverosa da comunicare per completezza di informazione. Ai posteri l' ardua sentenza.

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