Isabelle,ad un anno dalla morte.Per non dimenticarne il messaggio

Tutti ricordano la sua immagine, in pochi il suo nome: Isabelle. Meglio nota come "l'anoressica di Nolita".Isabelle Caro, modella francese di 28 anni.
Protagonista nel 2007 della campagna anti-anoressia lanciata dal marchio padovano d’ abbigliamento Nolita. Si, la protagonista era proprio lei. Chegià allora, a causa del grave disturbo alimentare, era già seriamente compromessa. Nel fisico, certo, ma ancor più nella mente. Isabelle ebbe una lunga storia di sofferenza alle spalle. Nacque da una relazione clandestina tra sua madre ed un noto artista francese - un uomo esile ed affascinante. Tutto il contrario del marito, un uomo grande e grosso che, sebbene consapevole di tutto, riconobbe Isabelle facendole da padre. Isabelle nacque piccola e delicata e di tale sua gracilità la madre fu assurdamente fiera, ritenendolo l'unico trade d union rimasto tra la piccola ed il padre naturale. Isabelle per tutta l’ infanzia fu costretta a indossare scarpe e vestiti piccoli, non poteva uscire di casa perchè "l'aria fa diventare grandi" e, quando era costretta a farlo, veniva sommersa dalla madre di sciarpe a protezione del viso. Isabelle ricordava dell' ammirabile impegno della madre nell’ ospitare bambini datile in affido. Mentre quelli potevano giocare liberi in giardino, però, lei era costretta ad invidiarli dal chiuso delle finestre della casa lager. A 6 anni la madre di Isabelle, insegnante, decise di non mandarla a scuola insieme agli altri bambini, preferendo tenerla in casa a studiare sotto la sua guida. Unico svago concesso erano le lezioni di violino, che Isabelle prendeva, sempre in casa, da un insegnante di musica privato. Nello stesso periodo ricompare sulla scena il vero padre di Isabelle, un musicista, e la madre li incoraggiò a partecipare alle riprese per un video musicale insieme. Quando Isabelle vide suo padre capì tutto nonostante avesse solo 7 anni. Di quella giornata le rimase solo una istantanea di lui con un scritta sul retro. Isabelle faceva coincidere l'inizio della sua malattia con una giornata particolare in cui simulò un mal di pancia per poter uscire di casa. All' ospedale venne pesata e misurata. Quelle cifre scandite ad alta voce dal medico impressero sul volto della madre un' espressione di disappunto che spinse Isabelle al digiuno: "Avrei fatto qualsiasi cosa per renderla felice, capii che per lei pesavo troppo. Cosi da quel giorno piano piano smisi di mangiare" ricordava la ragazza. Da quel giorno iniziarono anni pieni di diete e digiuni, di dolore e rinunce. Quasi due decenni che lasciarono sul corpo di Isabelle i segni della dura lotta: 31 chili di ossa, psoriasi, lanugine bionda su tutto il corpo ed ombre nere sotto gli zigomi. I segni distintivi del male che l' aveva investita: l'anoressia. Anche naso e mento non erano più quelli che Madre Natura le aveva regalato: vari interventi chirurgici li avevano affinati per renderli "perfetti", proprio quelle due parti del corpo che la madre ossessivamente ostinava a nasconderle sotto strati e strati di sciarpe. Lei stessa, guardando la foto della campagna No-lita, reagiva con orrore. Le immagini del suo stesso corpo la nauseavano e ciò l’ aveva aiutata a reagire. "Mangio pochissimo, quasi nulla, ma ho smesso di vomitare. Ho cominciato a distinguere il sapore delle cose, ho assaggiato il gelato..è buonissimo". Per lei era un successo aver riapprocciato una condotta alimentare che non fosse totale astinenza dal cibo. Lei che era arrivata a precipitare anche nell’ inferno dei 25 kg., lei che entrava ed usciva dalle corsie di ospedale. Isabelle aveva perdonato sua madre "perché non c'era altro che potessi fare". Una madre che di quella famosa campagna non era contenta, una madre da cui Isabelle ha preso le distanze (la ragazza viveva a Marsiglia, la madre a Parigi). Riferiva Isabelle: "Mi dispiace che lei non approvi, ma mi sono nascosta e coperta per troppo tempo: adesso voglio mostrarmi senza paura anche se so che il mio corpo ripugna.Vorrei vivere". Isabelle, purtroppo, non ha potuto più esaudire il suo normale desiderio di vivere. Una polmonite l’ ha strappata ai suoi cari ormai da un anno. Il suo corpo, nuovamente sotto la lancetta dei 30 kg, era, ormai, privo di ogni difesa. 

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