Il caso degli agricoltori morti di tumore a Casalduni

Billy Nuzzolillo - Sannio Press
Il Comune di Fragneto Monforte ha commissionato uno studio al centro di ricerche Biogem  di Ariano Irpino per  stabilire se c’è un nesso tra il crescente numero di decessi per malattie tumorali che si è registrato in paese e la presenza di rifiuti a S. Fortunato, sede dell’impianto di CDR, e Toppa Infuocata che dal 2004 ospita migliaia di eco-balle, nel limitrofo territorio di Casalduni.
In realtà, il problema dell’aumento dei decessi riconducibili a malattie eteroplastiche nell’area in questione fu segnalato ben prima che entrassero in funzioni i due siti realizzati nell’ambito dell’emergenza-rifiuti, come emerge da un informativa inviata dai Carabinieri alla Direzione Distrettuale Antimafia nel 2002, che Sanniopress ha potuto visionare nei giorni scorsi.
In seguito a delle dichiarazioni spontanee rilasciate dall’allora capogruppo della minoranza consiliare di Casalduni, era emerso che in paese da tempo giravano voci inerenti la presenza di fusti contenenti sostanze tossiche seppellite, nottetempo, nella contrada S. Fortunato di Casalduni, precisamente nella zona PIP.
Espletando l’attività di medico in quel territorio il denunciante “aveva avuto modo di notare che nell’ultimo decennio si erano verificati  una decina di decessi, dei quali si riservava di comunicarne il numero esatto ed i relativi nominati, tutti riconducibili a malattie eteroplastiche, la cui causa, poteva essere attribuibile a contatto con sostanze tossiche o radioattive, mettendo in evidenza che, i decessi, erano avvenuti tutti tra gli agricoltori i cui terreni erano attigui alla zona del PIP. Continuava affermando che dieci anni fa,  vi era una voce che si era levata tra gli abitanti di Casalduni relativa al sotterramento di un ingente quantità di fusti metallici, avvenuto nottetempo,  proprio nell’area ove attualmente è in corso di realizzazione l’impianto di CDR” scrissero allora i Carabinieri.
“Specificava che circa tre anni orsono, per la sua professione, aveva avuto modo di conoscere tale G.C. di Torrecuso, il quale all’epoca, era affetto da una emopatia (leucemia) – si legge ancora nel documento -. Lo stesso, gli avrebbe confidato che nei primi anni del 1990, aveva partecipato personalmente, durante la notte, all’interramento di fusti metallici nella zona del PIP, allorquando era alle dipendenze di una ditta di Torrecuso e che detti lavori vennero fatti nella massima segretezza ed il più velocemente possibile, compreso il ripristino dei luoghi per evitare che, occhi indiscreti, vedessero quei fusti”.
L’uomo era deceduto due anni prima. E non era l’unico decesso avvenuto in un breve lasso di tempo tra persone che abitavano o lavoravano in una zona circoscritta, precisamente l’area PIP del comune di Casalduni, tanto dar supporre al denunciante (un medico) che effettivamente in quella zona ci fosse stato e ci fosse qualche elemento nocivo alla salute che cagionava malattie neoplastiche.
L’indagine condotta dai militari consentì successivamente di accertare i casi denunciati dal medico: G.G. nato il 7.09.1932 e il 20.03.2001; A.P. nato il 4.06.1930 e deceduto il 28.03.1998; A.D.A nato il 16.02.1905 e deceduto il 28.05.1993; M.D.R. nato il 23.11.1913 e deceduto il 12.03.1999; A.D.A nato il 27.06.1931 e deceduto il 2.03.1913; A.N. nato il 25.06.1957 e deceduto il 04.08.1999; V.D.P nata il 6.08.1945 e deceduta il 27.08.1990.
I Carabinieri sentirono anche alcune persone in grado di riferire notizie sui  lavori notturni eseguiti nell’area dove era in corso la realizzazione del CDR.
“Veniva quindi escusso a verbale A.G. – si legge sempre nell’informativa inviata alla Dda – che riferiva di abitare stabilmente alla contrada Colle Marino, agro del comune di Casalduni che dista circa un chilometro dal realizzando impianto C.D.R., in una abitazione attigua a quella del fratello G.G., deceduto durante il mese di marzo 2001 per tumore all’intestino. Precisava che il di lui germano, per circa quaranta anni, aveva espletato l’attività di agricoltore diretto, coltivando dei campi siti a cinquanta metri circa dal prefato CDR. Il dichiarante riferiva di essere a conoscenza che negli ultimi 10 anni, in quella zona, si erano verificati circa una decina di decessi di persone che abitavano e lavoravano terreni limitrofi a detta area, tutti dovuti a tumori maligni. Continuava asserendo che tra l’anno 1990 ed il 1991, gli era capitato di vedere uno strano movimento di camion e macchine operatrici che lavoravano, nottetempo, nell’attuale sito dell’impianto CDR, ove in quel periodo erano in corso i lavori per la realizzazione di un piazzale per l’insediamento del PIP, commissionati dal comune di Casalduni ad una ditta di Ponte. Riferiva, ancora, che una sera, intorno alle ore 01.30, nel mentre rincasava, unitamente alla propria consorte, aveva notato dei fari di grossi automezzi che salivano verso l’attuale sito del CDR, cosa alquanto insolita, data l’ora”.
“Tale circostanza, commentata con altri vicini di casa, era stata da quest’ultimi confermata, anzi questi dicevano di aver notato, sempre nottetempo,  un andirivieni di camion e macchine di grossa cilindrata. Infine – si legge sempre nell’informativa – riferiva che tra la gente era ricorrente la diceria che in quel luogo vi era stato un interro di fusti in ferro, contenenti sostanze strane. Quanto sopra dichiarato, veniva confermato anche dalla di lui moglie, G.C. Analoghe affermazioni venivano rilasciate da A.D.A., la quale dichiarava che nei primi mesi dell’anno 1990 aveva avuto modo di vedere che sul piazzale dell’attuale CDR, nel corso della notte, venivano eseguiti dei lavori. Specificava, pure che, in tal sito, giungevano dei camion che scaricavano e subito dopo ripartivano, nel mentre ruspe provvedevano al livellamento del terreno”.
In tale contesto storico vanno, infine, segnalati due episodi di cronaca di cui i Carabinieri tennero conto nelle loro indagini: il ferimento di un imprenditore di Torrecuso impegnato nei lavori di costruzione dell’impianto di CDR, avvenuto il 22 ottobre 2001 alle ore 00.15 (fu raggiunto da alcuni colpi di pistola mentre si apprestava ad uscire dall’autovettura davanti alla sua propria abitazione); il danneggiamento dell’agriturismo in costruzione in località Colle Marino dell’allora sindaco, avvenuto il 1 aprile 2001 (fu diventa una fontana in vetro e il vetro di una finestra, furono asportate sei maniglie in bronzo dei portoni d’ingresso e fu danneggiato un mosaico del pavimento).
E’, quindi, lecito chiedersi: cosa c’è sotto il CDR di Casalduni?

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