AIROLA- Rinvio incontro, Napoletano amareggiato

Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'

Le acciaierie ILVA mettono la freccia e sorpassano l’ area di crisi airolana. Questa è l’ approssimativa sintesi della giornata di mercoledi, allorquando si è concretizzato lo slittamento dell’ incontro - fissato per giovedi 2 – alla data di martedi 7.
Non sono certo saltati i tappi di champagne dalle parti di Corso Matteotti, appresa la notizia del rinvio. Il primo cittadino – incassata poco prima delle 18 la comunicazione ufficiale dai vertici del Ministero romano – ha riposto in un “Ci sono rimasto male” il personale rammarico. Al nuovo ‘d-day’ ci separano, quindi,  4 caselle di calendario. Nuovo giro di attesa, nuova girandola di ansia. Ennesimo count down che metterà a dura prova l’ equilibrio emotivo delle varie parti in causa. In primis, quella dei lavoratori. Di quelli che - veramente – vedono attaccate le prospettive personali e delle rispettive famiglie agli esiti della corrente questione. Precedenza sarebbe stata data, come anticipato, nelle sedi romane alla questione delle acciaierie tarantine. Sulla cui misura si dovrebbe calibrare un provvedimento legislativo, come da richiesta urgente avanzata dai rappresentati degli Enti locali e dai parlamentari pugliesi. Sarà pur vero che quella delle acciaierie è una vicenda che conta le unità occupazionali in termini di migliaia, ma è pur vero – d’ altra parte – che i caudini – sebbene numericamente meno rilevanti – versino in una condizione di disperazione e di criticità da tempi ormai immemori. Non resta – allo stato – che porsi in posizione di attesa auspicando che la giornata del 7 sia realmente quella produttiva della cosiddetta fumata bianca. Anche se – date le contingenze – ci si accontenterebbe già della presenza di tutte le componenti, scongiurandosi il rischio che qualcuno si dia a provvidenziale ‘macchia’. Ciò che riteniamo debbano, intanto, fare le parti in causa, da adesso alle prossime ore, è di esercitare quanta più pressione possibile. Bisogna riaddentare bene la presa, azzannando la preda in modo più deciso e più tenace. Affondando bene i canini dopo aver allentato un po’ la stretta. Perdonandoci per il paragone un po’ beluino, la percezione è, infatti, che la convocazione romana abbia fatto scemare – un tantino – la tensione. Torni a tuonare – in modo sempre civile e pacifico, come fin ora fatto – la piazza dei lavoratori. Si doveva continuare nella occupazione, per quanto faticosa e dispendiosa di energie. Non vorrei che – anche questa azione – abbia un po’ fatto cullare gli organizzatori del vertice romano. Così come è fondamentale che anche la deputazione sannita si faccia sentire in modo perentorio e deciso, ‘uscendo’ – magari con comunicato congiunto – nell’ auspicio di una risoluzione che dal vertice capitolino deve necessariamente uscire, senza lasciare lo spazio a rinvii e riflessioni di sorta. Negli ultimi tempi – mi si corregga se in errore – sono stati alquanto rari gli interventi – in merito – della politica. E più di uno, forse, ritiene che la ottima verve ed il gran cuore di Michele Napoletano abbiano la vitale e fisiologica necessità di essere meglio sostenute. Numeri a parte – quelli pugliesi, come detto, ben più consistenti dei nostri – è da tener presente come la deputazione del ‘tacco d’ Italia’ stia operando un pressing consistente, spingendo per misure ad hoc e quanto mai tempestive. Si sa, concludendo, che quando si è in mezzo a due fuochi, si tende a smorzare per primo quello cocente e divampante, solo dopo domando il piccolo fuocherello. 

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