‘Coltivatori Diretti’:a breve tutti i servizi a San Pietro?

Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'
Trasferire i residui servizi ancora elargiti presso la sede di via Starza – altrimenti detta dei ‘Coltivatori diretti’ – presso il nosocomio di località San Pietro.
Questo sarebbe l’ orientamento, l’ indirizzo  dettato dai vertici dell’ Azienda Sanitaria beneventana. Questa la ricetta per dare finalmente centralità al ‘Sant’ Alfonso Maria dè Liguori’ – sempre nell’ attesa, tuttavia, della implementazione di quelle funzionalità squisitamente ospedaliere - Terapia Intensiva in primis – che darebbero pieno lustro alla struttura. La centralizzazione, inoltre, di tutte le prestazioni presso il neonato nosocomio ovvierebbe ad ogni forma di disagio patito da utenza e personale. Il panorama dell’ offerta distrettuale elargita sul territorio santagatese consta – allo stato - di tre punti. Innanzitutto, vi è la sede di via Starza. Quella, cioè, ove era concentrata – fino a tutto luglio – il grosso delle attività. In quella sede, ad oggi, residuano il Centro Vaccinale, la Medicina Legale, l’ Unità Operativa Amministrativa e quella della Riabilitazione. Al San Giovanni di Dio, vecchia struttura ospedaliera cittadina, sono tuttora disponibili il Consultorio di Ginecologia, l’ Assistenza Domiciliare, l’ Unità Operativa di Veterinaria e la Protezione Collettiva. Presso il nuovo ‘Sant’ Alfonso’, invece, sono stati dislocati – con provenienza via Starza – le prestazioni ambulatoriali in blocco. Prestazioni, tali ultime, asservite ad un bacino di utenza quantificabile in 20.000 unità. Con riferimento alla ‘scissione’ intervenuta presso gli ex ‘Coltivatori diretti’, si evince come anche una migliore campagna informativa avrebbe potuto prevenire qualsivoglia sorta di inconveniente. Nessuna affissione avrebbe annunciato, infatti, la dislocazione in località San Pietro; tanti finiscono per apprendere, quindi, della nuova destinazione delle ‘specialistiche’ solo allorquando si imbattono nelle stanze sgombre di via Starza. Altro difetto che ci viene segnalato – cui poteva provvedersi ad ovviare in partenza- è quello riconducibile alla previsione di una cassa automatica. Sebbene anche questo servizio dovrebbe venire implementato in tempi stretti, capita – nel frattempo – che, in mancanza dell’ operatore allo sportello, ci si debba – dopo aver potuto, tuttavia, godere ugualmente del servizio specialistico - recare – per esaurire l’ iter – presso l’ Ufficio postale. Per poi fare ritorno nella sede ospedaliera per esibire la relativa ricevuta.  Ed, ancora, si palesa qualche inghippo con riferimento al godimento del servizio protesico che – allo stato – pretende un rimbalzo tra San Pietro e Sant’ Agata centro. Quanto segnalatoci, in ogni caso, si patisce in questa che è una fase di transizione. Ogni inconveniente dovrebbe trovare risoluzione all’ atto del totale trasferimento dei servizi da via Starza al Sant’Alfonso. Cosa che – auspichiamo – dovrebbe avvenire – come pare essere -  in tempi quanto mai vicini. Non potendosi intravedere impedimenti alla totale dislocazione in supposte problematiche connesse a mancanze di spazi. Parlare di spazi esigui a San Pietro suona come una burla. Piuttosto, si meglio distribuiscano cose e persone per fare largo ai cugini in arrivo dal centro .Il capitolo personale è – concludendo – tema che muove su diverso piano e non suscettibile di risoluzione con la integrale collocazione dei servizi distrettuali a San Pietro. Sette sarebbero le figure infermieristico-distrettuali in servizio tra il centro ed il Sant’Alfonso. Quattro in quest ultimo con palesi difficoltà a ‘coprire’ adeguatamente i servizi. In tale ottica, non sarebbe privo di senso dare una sbirciatina al personale oggi in servizio a Cerreto Sannita.

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