Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'
Arteria
ad alto rischio. E’ via Pennino, una delle tratte più lunghe dell’ intero
territorio comunale.
Diversi chilometri divenuti, ormai - vuoi la naturale
conformazione della strada, vuoi la assoluta mancanza di misure preventive –
oggetto di insidie e di disagi per l’ utenza. Due chilometri e mezzo – circa –
di percorso a forte pendenza con un netto conseguente dislivello tra i suoi due
punti estremi. Complice – tale fattore - della eccessiva velocità di guida
mediamente sostenuta da autoveicoli e motocicli in percorrenza. Si consideri, al
riguardo, come sulla via in questione si apra una serie innumerevole di passi
carrabili che da accesso a proprietà private. Non rado, dunque, che si possano
determinare pericolose intersezioni tra auto e mezzi vari in transito ed altri
in fase di accesso o di uscita dalle rispettive aree. Ad amplificare le
problematiche della specifica tratta, anche la chiusura della parte alta di
essa determinata da uno smottamento del terreno. Un movimento franoso cui non
si riesce a porre rimedio sebbene – ormai – il tempo decorso dall’ evento si stimi
in termini di anni. L’ interruzione al traffico – in quel punto – comporta disagio
grosso per i residenti dell’ area. Ma ha finito – altresì – per rimarcare le
brutture di via Pennino. Una parte del flusso veicolare che prima sfogava nell’
altra direzione – quella che, per intendersi, andava ad intersecarsi con via
Santisi in corrispondenza del cimitero –
va a riversarsi tutta sull’ altra direttiva. La risultante è che – nella sua
parte terminale – la tratta è ormai congestionata di auto. Si pensi – a tal
titolo - all’ incrocio tra l’ arteria in questione e la traversa Mustilli, da
cui e verso cui muove il massiccio movimento gravitante sul Centro Medico Erre.
Anche considerandosi come il transito su via Pennino non sia affatto disdegnato
da mezzi pesanti, messi a dura prova – nei loro freni – dalla forte inclinazione
della strada. Onde decongestionare il flusso si potrebbe suggerire l’ apertura
di sbocchi – separata da soli pochi metri di proprietà – sulle arterie di
comunicazione principali. Così come sarebbe suggeribile, in tema di velocità, la
posizione dei dissuasori. Intervento che – anche normativamente – è possibile
attuare non trattandosi – quella in questione – di una strada di collegamento.
Come da Codice della Strada, gli anti-velocità necessiterebbero della dovuta
segnaletica che li ‘annunciasse’ onde evitare decolli e bruschi, conseguenti
atterraggi. In secondo luogo sarebbe suggeribile – onde prevenire i già
verificatisi sinistri – prevedere il potenziamento della segnaletica stradale.
Sia di quella verticale, sia di quella orizzontale. In parte assente – vedasi
quella di attraversamento pedonale - in parte ormai sbiadita da tempo e meteo –
vedasi stop e precedenze varie. In altri punti – proseguendo – le strisce
orizzontali sono – con tutta evidenza – mal posizionate. La linea dello stop –
ad esempio - all’ intersezione tra via Pennino e via dei Caduti pare essere
disegnata diversi metri indietro rispetto a quella che sarebbe ideale per
posizione e visuale. Sempre in tema di segnaletica carente o da potenziare, si
espone il caso dato dal quadrivio che si apre in corrispondenza della curva –
l’ ultima - ad ‘elle’ che si incontra nella fase di discesa. Diversi
automobilisti che provengono dalla zona alta – poco pratici del paese - non
intendono che la strada principale sia quella che svolti e finiscono per proseguire
diritti (in direzione viale Giannelli) come nulla fase. In tal sede non sarebbe
da disdegnare la previsione di una ‘rotonda’. Tutto il complesso viario –
comunque - pare essere oggetto di diffuse lamentele da parte, in particolare,
dei residenti. Si segnala, ad esempio, il disagio patito da coloro i quali hanno
casa in un braccio che si dirama da via Pennino e che, attraverso una striscia
di terra, conduce al mini-complesso sportivo di località Capellino. Tale
itinerario è degno di una tappa della Parigi-Dakar. Affossamenti e voragini per
un menù bello vasto che si arricchirà di pozzanghere e fiumiciattoli in
corrispondenza delle prime piogge.
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