Durazzano/ Ida Iadevaia guarita per intercessione di San Ludovico: il racconto del miracolo

(Sannio Quotidiano di Domenica 23 Nov.) Una splendida ventenne taglierà, questa mattina, la folla di piazza San Pietro. Ida, studentessa universitaria di Durazzano, è la prova vivente del prodigio. L'unica 'miracolata', riconosciuta come tale dalla Chiesa cattolica, grazie alla intercessione del Beato Ludovico. Che, 'grazie' ad Ida, oggi verrà proclamato Santo da Papa Francesco. Ida nacque il 1 giugno del 1994 con una malformazione alla gamba. Un tremendo difetto congenito – la rotula si trovava ubicata al di sotto della sua sede naturale - che determinava la flessione di una gamba in senso contrario rispetto al normale. Agli sconsolati genitori di quel pargoletto di pochi giorni, all'atto delle dimissioni dal Reparto di Maternità, i medici consegnarono una lunga lista di interventi chirurgici i cui esiti, inoltre, venivano prospettati pure come estremamente incerti. Disperati, i coniugi Iadevaia si affidarono alla fede.
Una zia del papà – suora –  li esortò a portare la piccola in convento laddove era conservata una reliquia del Beato Ludovico. Frate nato a Casoria nel 1814 di cui la stessa era figlia spirituale. Mamma e papà si recarono in quel convento – ogni giorno, per dieci giorni – con il loro frugoletto al seguito e li pregarono il Beato Ludovico. Ogni giorno, alla stessa ora. La stessa preghiera. Ogni volta adagiando sulla gambetta di Ida una reliquia di Ludovico – un pezzo di stoffa che era appartenuto alla veste dell'uomo. Dodici giugno 1994. Ida ha 12 giorni e riposa in una stanza ubicata al piano superiore rispetto alla sala dove gli altri si intrattengono a pranzo. E'domenica e vari parenti, la zia suora compresa, sono riuniti a casa Iadevaia. Lo zio di Ida – il più giovane della comitiva – con una certa cadenza sale al piano di sopra per verificare che la bimba dorma. L'ultima volta che lo fa sente la voce di un uomo provenire dall'interno della stanza da letto dove dorme la nipotina. Apre la porta ma vi scorge solo Ida che riposa. Quando torna al piano di sotto, tuttavia, non fa parola con nessuno e continua a pranzare: teme, essendo anche lui giovinetto, di non essere preso in considerazione. Qualche ora dopo, nelle ore pomeridiane, un altro congiunto arriva a fare visita alla neonata. Sale, accompagnato dai genitori di Ida, al piano di sopra. La mamma spoglia la piccola e mostra il difetto al parente. Flette la gamba di Ida che la prima volta si piega al contrario. La seconda, invece, la gamba è bloccata. All'improvviso la neonata si sveglia e prende a piangere: davanti agli occhi di tutti si sta materializzando il miracolo. Il ginocchio si gonfia e diventa rosso. Istantaneamente delle impronte compaiono sulla carne della piccola in corrispondenza dell'articolazione; il ginocchio, quindi, si sgonfia e la rotula si sposta verso l'alto tornando nella sua naturale sede. La gamba si piega in modo normale: tutti gridano al miracolo. E'in quel momento che lo zio racconta delle voci che aveva udito. Ed anche la suora rivela che la notte precedente Ludovico le era comparso in sogno annunciandole "Ho fatto quello che volevi. Ora tu che fai?". Quel qualcosa è stato fatto: immediatamente la famiglia Iadevaia si mette in moto e avvia, recando la testimonianza prodigiosa della loro creatura, il processo di canonizzazione che oggi giungerà a compimento.

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