Sant'Agata de' Goti/ Razzano-Di Nuzzi, durissimo attacco a Valentino

(Sannio Quotidiano) Minoranza all'attacco a Sant'Agata de' Goti. Dura nota quella che il duo Di Nuzzi – Razzano pone in essere all'indirizzo del Primo Cittadino Carmine Valentino "L’ultimo decennio della vita politico - amministrativa nella nostra città – questo l'esordio - è stato caratterizzato dall’assoluta schizofrenia nella programmazione e nelle alleanze. Intese realizzate secondo logiche incomprensibili, alleati che d’improvviso sfiduciano i sindaci eletti, tradimenti e pubbliche accuse (anche gravi), con ciclici riapparentamenti. Dignità zero, ma che conta? L’elettorato santagatese è generoso. Sa perdonare ed anche al prossimo giro basterà il solito gettone per fa girare la giostra, che allieterà i più con luci colorate e suoni da magico pifferaio. Tra tante contraddizioni, però, la nostra storia amministrativa ha visto anche momenti di alta coscienza civica-istituzionale: l’impegno comune a favore dell’ospedale, le iniziative di promozione turistica, la condivisione di progetti a favore dell’agricoltura.
E, non ultimo, quello legato alla visita istituzionale di Bill De Blasio, che ha reso il settimo borgo più bello d’Italia noto ad una platea oltre confine. Merito della politica? Certamente. Ma anche della grande disponibilità dei professionisti della informazione, degli autori e degli studiosi impegnati a mantenere sempre teso il filo culturale che sottende alla nostra storia. Nel mentre l’immagine della città stava raggiungendo traguardi insperati, è scoppiato il triste caso dei rifiuti tossici, che ha vanificato tutti i risultati conseguiti: imprenditori agricoli che vedono disdetti i contratti di fornitura, turismo in calo, esercenti dei settori alimentari e della ristorazione con volumi d’affari dimezzati. Sarà un problema di cui la politica e l’Amministrazione devono farsi carico? Il sindaco Valentino, evidentemente, ritiene di no. La parola d’ordine – proseguono Di Nuzzi e Razzano - è “non parlarne”. La replica ai consiglieri di opposizione (i soli due rimasti ad onorare la carica) è del tipo “il confronto pubblico con voi?..a che serve visto che voi non capite niente”. La sanzione verso la stampa, poi, rea di aver osato fare il suo mestiere, è quella dell’anatema pubblico, un invito all’ostracismo verso il dissenziente. Signor sindaco, ma Lei non era quello appassionato del confronto democratico? Non è più il convinto sostenitore della libertà di manifestazione del pensiero e della cultura, non ritiene che il buon rapporto con la stampa possa essere necessario alla città per superare questo momento difficile per tutti? Purtroppo la “esibizione” nello sciagurato monologo di cui è stato protagonista, riassumibile con una sua personale censura del reato di “lesa maestà” perpetrato da giornalista in precedenza a lei caro, si sono rivelati una scelta insensata ed inopportuna. Dopo aver visto le prime pagine onorare la città del Sindaco De Blasio, è triste vedere le stesse testate riportarci alla dura realtà. E ci vorrà del tempo affinché il danno mediatico possa essere riparato. Non quello dei rifiuti, che è doverosa attività di cronaca utile all’accertamento della verità e delle responsabilità, ma quello provocato da un sindaco il quale dimentica, forse, che quando parla da primo cittadino ha il dovere di essere interprete dei sentimenti collettivi e non tutore del suo smisurato 'ego' censurato pubblicamente addirittura dal Presidente Regionale dell’Ordine dei Giornalisti. Ed è incomprensibile che dei tanti componenti della maggioranza (allargata) nessuno abbia il coraggio di insorgere, di invitare il re a tornare tra i comuni mortali. In un articolo il giornalista Desiderio - cui esprimiamo la nostra solidarietà - metaforicamente richiama la figura manzoniana del Don Abbondio per stigmatizzare i dissenzienti privi del coraggio. Al giornalista nostro compaesano chiediamo se forse la chiave di lettura non sia quella de “ La storia della colonna infame”, che sull’argomento rifiuti ci consente di rileggere nel comportamento dei nostri amministratori la stessa inadeguatezza della classe dominante dell’epoca che, per nascondere la propria incapacità di combattere il morbo della peste, diffondeva la credenza popolare secondo cui la responsabilità della peste era da attribuire agli untori. Non solo mancanza di coraggio, ma soprattutto di inettitudine. Il governo locale non ha idea di come affrontare il problema, forse anche poiché in quelle cave ove sono i rifiuti tossici c’e sepolta una parte della storia (neppure troppo antica) della nostra città. Perché altrimenti voler imbavagliare la stampa e sfuggire al dibattito nella sede istituzionale che è quella del Consiglio Comunale, negando ai consiglieri ed ai cittadini il diritto di sapere e di discutere su un argomento che è di interesse collettivo? Noi continuiamo la nostra battaglia in favore della città. Il nostro impegno è documentato dagli interventi in Consiglio e dalle numerose attività extra consiliari che poniamo in essere quotidianamente, in perfetta sinergia e sintonia". Nota finale dedicata al gruppo facente capo ad Alfonso Ciervo, migrato verso i lidi della Maggioranza "Vi è da chiedersi, semmai – concludono i due - quale sia il ruolo degli altri tre consiglieri eletti nella lista Di Nuzzi, che dopo aver pubblicamente denunciato in pubblici comizi illegalità ed incapacità,  hanno il dovere di chiarire se hanno mentito in campagna elettorale agli elettori o se oggi, pentiti, hanno riconosciuto che nella disputa Valentino-Ciervo era il primo ad avere ragione (il che darebbe una nuova chiave di lettura alla storica sfiducia che Valentino diede al Sindaco Ciervo qualche anno fa ed alle scelte fino ad oggi denigrate del consigliere Lombardi, che aderì da subito al progetto Valentino dopo aver lasciato il gruppo di Ciervo). Ma questo è un altro argomento attinente la coerenza e moralità politica".

Commenti

  1. Coerenza, moralità, politica. Tre termini ignoti oggi a s.agata. si conosce solo la parola affari, affari e solo affari.

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