Pd Airola, botta e risposta Bellome-Refuto

Dal Sannio Quotidiano del 27 e 28 Ottobre 2017, il "botta e risposta" a distanza tra Pasqualina Bellome, candidata sconfitta alla Segreteria dell' "Aldo Moro", e Imma Refuto, Vicesegretario del Circolo.

L'INTERVENTO DI PASQUALINA BELLOME

“Al Congresso cittadino del Pd di Airola il tema principale sembrava essere “Unione e condivisione”.
Tutti gli intervenuti si sono espressi in tal senso. A qualche giorno dal congresso mi accorgo, invece, che nulla è cambiato, anzi”. Ad intervenire all'indomani del momento elettorale che ha riconsegnato a Diego Ruggiero la guida dell' “Aldo Moro” è Pasqualina Bellome, “sfidante” dello stesso Ruggiero alla Segretaria del partito. “Il Segretario “ri-eletto” - insiste la docente - conferma la linea della continuità e dell’autonomia, esaltando il “suo” risultato schiacciante rispetto a quello della proposta fatta con la mia persona in sua alternativa. Anziché sottolineare il momento democratico di un dibattito vero all’interno della nostra realtà politica locale, pone l’alternativa come una lesa maestà e nulla coglie di ciò che io e chi mi sostiene vorremmo condividere per un percorso unitario. In un percorso unitario si ascoltano tutte le voci che fino ad ora non sono state all’unisono ed ascoltare non significa solo udire i suoni delle voci ma anche comprenderne il significato, valutarne le motivazioni, provare a convergere su obiettivi comuni. Storie queste utopiche nella nostra realtà politica che continua a tenere ferme posizioni solo per riconoscimenti che nulla hanno a che fare con gli interessi della nostra comunità. Di fatto l’unico cambiamento – ancora Bellome - l’unico elemento di distensione, l’unica novità al famigerato processo unitario e di condivisione lo ha portato la proposta “Crediamoci Insieme” con la mia persona. Il resto conferma la linea della continuità nella “chiusa” dell’autonomia! È vero, in una democrazia vince chi ha più numeri. È anche vero però che chi vince ha la responsabilità delle conseguenze della vittoria, incluso quella di mantenere fede alle promesse fatte alla comunità: “Unione e condivisione”. Tali condizioni non si ottengono con le vittorie schiaccianti e con la voce grossa ma con le azioni, quelle gradite a tutti e non solo ad una parte, ancorché maggioritaria. Nel corso degli interventi al congresso ho evidenziato l’assenza dei moltissimi iscritti che poi però hanno votato, senza ascoltare alcun intervento di chi dibatteva i temi “dell’Unione e della Condivisione”. Ciò ha solo evidenziato una cattiva impostazione del processo democratico che anziché rasserenare ed inorgoglire chi ha “vinto”, dovrebbe farlo riflettere. Se oggi il Parlamento vive momenti di imbarazzo – la chiusura della mancata Segretaria partitica - le ragioni vengono dal basso. La rappresentanza è un tema delicatissimo e non si può lasciare solo ai numeri”.

LA REPLICA DI IMMA REFUTO 

“Mi spiace che l'aspirante dirigente Bellome non abbia seguito con attenzione il Congresso cittadino, nonostante aspirava a diventare Segretario della sezione”. E' questo l' “incipit” della replica che viene, all'indirizzo di Pasqualina Bellome, da Imma Refuto, Vicesegretario del Partito Democratico di Airola. Bellome, si ricorda, ci aveva affidato una nota, pubblicata dalla nostra testata nella edizione di ieri, nella quale aveva espresso disappunto rispetto al deficit di condivisione che starebbe già contraddistinguendo gli albori del Ruggiero-ter. “Nel mio intervento – così Refuto - ho infatti sottolineato che essendo il nostro un partito pluralista, non da ieri ma dalla sua costituzione, deve garantire i pensieri ed i progetti politici di tutte le correnti e di tutte le minoranze. Quella rappresentata da Bellome al congresso rappresenta una minoranza? È un partito diviso tra chi? Se Bellome è appena entrata nel vivo del Pd – continua la giovane esponente piddina - come fa a dire che non  è cambiato nulla? Rispetto a quando? Quali sono i suoi riferimenti esperenziali di dirigente sui quali fa questa affermazione? Nel suo j'accuse emerge in modo prepotente "io" e il nome della lista, proprio come accade per Dp nei confronti del Pd. Il nostro Coordinamento è formato da sette persone sei delle quali, nelle loro differenze di pensiero, lavorano insieme per trovare una quadra in modo da costruire un percorso politico che porti benefici. Questa non è una minoranza, è bensì un capriccio nei confronti di Diego Ruggiero in quanto persona che va davanti da troppo tempo. Sono convinta – insiste la giovane Democratica - che i numeri siano importanti e che al contempo non siano tutto, ma ci sono casi in cui i numeri sono espressione di percorsi più profondi. Su circa 180 iscritti 134 sono venuti al congresso e hanno votato, di questi in 108 hanno riconosciuto il percorso politico avviato precedentemente con Diego. Non abbiamo vinto il congresso per una manciata di voti, lo abbiamo vinto per la nostra passione e per la nostra umiltà nel non improvvisarci a dirigenti. Finché la discussione non sarà sui temi, come fa ed indica il segretario; finchè il nostro avversario sarà il compagno di partito e non le altre formazini politiche, non esiste minoranza ma solo una sterile fazione che bisogna eliminare, perché sta diventando imbarazzante”. Quindi la chiusura "Invito a diventare minoranza costruttiva e a dismettere i panni di fazione"

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