Montesarchio, piaga randagi: salasso da 75.000 euro/anno

(Giuseppe Fortunato da Il Sannio Quotidiano del 5 Dicembre 2017)
Randagi ed ancora randagi. Sono non poche le segnalazioni che giungono dal territorio con riguardo alla numerosa presenza di quadrupedi non padronali a zonzo per la cittadina montesarchiese. Uno stato di cose che viene giustamente indicato critico in merito ad aspetti che attengono la salute pubblica e la sicurezza. La cittadinanza invoca un territorio libero da cani (in particolare) e gatti allo stato brado: tra il dire ed il fare, però, v'è di mezzo il mare. “Quanti cani teniamo sistemati nel canile convenzionato? - ci domanda e si domanda Franco Damiano – Circa 100-120 esemplari”. Un numero che già si traduce in soldoni. E che soldoni. Mantenere un singolo esemplare in una struttura costa all'Ente (ove il cane è stato prelevato) circa 1,70 euro al giorno. Ovvero 620 euro all'anno che moltiplicati per (ipotesi peggiore) 120 bestioline si traduce nella “cifra-monstre” di quasi 75.000 euro nei dodici mesi. In una consiliatura roba da 375.000 euro. Somme che pesano come macigni nell'economia di qualsiasi Ente comunale. Impossibile, pertanto, ipotizzare un prelievo di massa degli ulteriori randagi ancora liberi. La soluzione? Verosimilmente quella di trovare un dialogo con l'associazionismo. Come apprendiamo, il Comune già sta provvedendo a microchippare e vaccinare, intestando gli animali allo stesso Ente, diversi esemplari che, una volta subite queste procedure, vengono lasciati in strada. Da una parte, cioè, si prevengono rischi di malattie e, dall'altra, si semplifica la procedura dei volontari che, nell'ottica di dare in adozione i quattrozampe, trovano parte della procedura già assolta. Resta il fatto, però, che i cani – nel frattempo – continuano a restare in strada. E questa appare essere una grossa assunzione di responsabilità da parte del Comune che, nella figura del sindaco, risulta essere la figura direttamente chiamata in causa rispetto alle condotte degli animali. “Ringrazio l'attività dei volontari”, si limita ad osservare Damiano. La sensazione è che si potrebbe fare di più sull'asse Comune-associazioni. Una migliore sinergia di cui beneficerebbe la Comunità in termini di decoro e di cassa.

Commenti