Slot machine, la Valle Caudina ha bruciato 33 milioni di euro (in un anno)

(Giuseppe Fortunato da Il Sannio Quotidiano del 17 Dicembre 2017)
Videolotterie e slot machine: un salasso che ha mandato in cenere, nel 2016, un patrimonio pari a circa 33.370.000 euro. Avete letto bene: ben 65 miliardi delle vecchie lire. Il dato si riferisce, in via complessiva, ai paesi della provincia di Benevento ricadenti nel versante caudino. Da Montesarchio a Forchia, passando per Sant'Agata de' Goti ed Airola. Una “cifra-monstre” specie se rapportata ad un contesto territoriale che ha il suo bel tasso di disoccupazione ed un reddito medio decisamente inferiore a quello nazionale. Il dato emerge dalla banca dati “L'Italia delle slot”, lavoro che nasce dall'unione di sforzi di Gruppo Gedi e Visual Lab in collaborazione con Dataninja e che si è avvalso dell'incrocio di numeri relativi a popolazione, reddito e raccolta gioco. Le cifre, come detto, certificano una situazione di palese eccesso. Se, infatti, il gioco ricade in quanto tale nella piena legalità – essendo lo stesso in stretta interfaccia con i Monopoli – l'abuso dello stesso non può che sconfinare nella patologia. Stretto parente, in qualche caso, di disagio sociale. Lo stesso Osservatorio di “Italia delle slot”, del resto, fotografa lo stato virtuoso di ogni paese rispetto a tali pratiche con una scala da 1 a 5. Maggiori sono le giocate pro capite, per intendersi, minore è il premio per i singoli paesi. Montesarchio ed Arpaia, ad esempio, sono ai minimi di questa graduatoria: Airola, invece, ha un punteggio di 2 su una scala di 5. Ma esaminiamo il dettaglio iniziando da Montesarchio: nei 141 apparecchi presenti sul territorio sono stati immessi, nel 2016, ben 12 milioni 120.000 euro. Vale a dire una media di 897 euro per cittadino. Non se la passa bene neppure la limitrofa Airola: riversati nei 62 punti slot cittadini sono stati, durante l'anno solare 2016, 4 milioni 960.000 euro (592 euro pro capite). Cinque milioni 530.000 euro, invece, sono le monetine che i santagatesi hanno inserito nei 96 apparecchi del territorio per una media di 494 euro/abitante. E poi Bonea (675.360 euro di giocate con 468 pro capite) e Paolisi (1.230.000 euro). E che dire di Arpaia ove le 38 macchinette hanno fagocitato 4 milioni 160.000 euro (media di 2060 euro/cittadino) e di Forchia (dove sono stati giocati 1 milione 430.000 euro corrispondenti a 1154 pro capite)? In questi dati, è anche da dirsi, gioca il fattore-Appia. Centri come Arpaia, Forchia, Paolisi, Arpaia e Montesarchio hanno realtà imprenditoriali dotate di “slot” – ricadenti nella rispettiva competenza territoriale – che affacciano sulla importante Statale. E' palese che le “entrate” finiscano per considerare utenza, oltre che ampia, proveniente anche dalle province limitrofe. Ma i numeri che vengono dai paesi extra-Appia, però, non è che facciano fare i balzi di gioia. Detto già di Sant'Agata de' Goti, si prenda il caso di Pannarano che presenta 378.230 euro di giocate (179 euro pro capite). O di Bucciano (1 milione 310.000 euro per 624 pro capite), Moiano (23 apparecchi, 812.440 euro di giocate che si traducono in 197 euro/persona), Durazzan0 (744.530 euro complessivi per una media di 332). Si ripete, dati eloquenti specie se si considera che in molti dei paesi considerati il reddito medio annuo è pari a 12.000 euro o giu di li. Tanto più si spende, altro elemento che emerge, quanto più è la densità di macchinette rispetto alla popolazione. Montesarchio presenta 10,4 apparecchi ogni 1000 abitanti; Sant'Agata de' Goti e Bucciano un dato dell'8,6 ed Airola di 7,4. Desta preoccupazione nella preoccupazione, ancora, il fatto che il trend, nel campione di paesi esaminato, sia in crescita – se rapportato ai dati 2015 - sia per quanto riguarda le cifre giocate sia per quel che concerne il numero di apparecchi installati. Tutto in aumento. Per quel che attiene i soldi immessi nelle macchinette si va – nel raffronto 2016-2015 – da un risicato +0,1% di Montesarchio al boom roboante di Arpaia (+107%). Nel mezzo, tanto per citarne alcuni, Bucciano (+42,6%), Durazzano (+18,5%) Sant'Agata de' Goti (+16,5%), Airola (+14,5%), Bonea (+9%) Forchia (+7,3%). Moiano in controtendenza con un minus di giocate, rispetto all'anno precedente, dell'1,6%. Numeri che fanno accapponare la pelle anche perchè lo studio non include altre manie succhia-soldi. Si pensi, ad esempio, al fenomeno dei “Gratta&Vinci”, nelle sue decine di varianti. E che dire, poi, altro elemento di preoccupazione, delle scommesse sportive? Se, in definitiva, le sole slot hanno assorbito dalle tasche di nove paesi della provincia di Benevento un totale di oltre 33 milioni di euro (con riguardo ad appena 12 mesi), a quali cifre si giungerebbe comprendendo tutte le pratiche ludiche?



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