Bomba inesplosa, (grosso) pericolo scampato a Moiano

(Sannio Quotidiano 8 Giugno 2018)
Mattinata da film d'azione a Moiano. L'allarme è scattato poco dopo l'alba quando un giovane del luogo, alle ore 6 circa, ha rinvenuto un ordigno rudimentale posto sul cofano della propria auto – una Renault Megane di colore scuro. Il ragazzo, circa 25enne, si era svegliato di buon ora per recarsi a raccogliere ciliege. Percorse le poche decine di metri che separano l'abitazione – sita in via dei Papi - dal luogo dove era posteggiata l'utilitaria, lo stesso ha fatto l'amara sorpresa. Tra cofano e tergicristallo era depositato, infatti, il cilindro di chiara costruzione artigianale. Il ragazzo, a quel punto, ha immediatamente allertato i Carabinieri della Stazione di Airola che, guidati dal Comandante D'Onofrio, si sono recati sul posto. Questi, però, una volta constatata la presenza dell'esplosivo, hanno dovuto necessariamente allertare gli artificieri. Nell'attesa che giungesse il reparto specializzato, quindi, si è proceduto alla messa in sicurezza della zona. Allo scopo sono stati chiamati in soccorso personale della locale Protezione civile e la Polizia municipale del Comandante Costantino Viola. Ai volontari è stato assegnato il compito di cinturare la zona bloccando l'area all'ingresso di veicoli: allo stesso tempo è iniziata anche l'attività di evacuazione di circa 20 famiglie che, fatte uscire dalle rispettive abitazioni, sono state sistemate in luogo distante e sicuro. L'ordigno, infatti, la cui lunghezza è stata descritta pari a circa 40 centimetri, avrebbe potuto determinare effetti anche sulle abitazioni adiacenti dal momento che l'auto era posteggiata in una stradina molto stretta. A metà mattinata sono sopraggiunti gli uomini del reparto speciale dell'Arma che hanno spostato il cilindro in un terreno poco distante. Una volta scavata una buca, l'ordigno è stato fatto brillare producendo un'esplosione descritta come “molto consistente”. L'azione degli attentatori non è stata dimostrativa: il paccotto, infatti, non è esploso solo per imperizia. La miccia, infatti, era stata innescata – lo dimostra il fatto che essa si presentava parzialmente bruciata. Solo il caso ha voluto che la stessa si spegnesse prima di innescare lo scoppio. Il movente del fatto non sembra possa essere ricondotto ad attività lavorative: il giovane ed i suoi congiunti lavorano in proprio, come si apprende, quali piccoli operai. Sul fatto indaga l'Arma di Airola.

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