Clementina Perone, la maestrina eroe di Bonea

(Sannio Quotidiano 4 Agosto 2018)
Un bus con una comitiva festante di bambini all'interno. E' un giorno speciale: i piccoli di Bonea si stanno dirigendo in colonia. Sveglia di buon ora con destinazione mare. La tragedia, però, si materializza inattesa ed improvvisa. Un incidente, quando il veicolo attraversa il territorio di Paduli, coinvolge il mezzo da cui, ben presto, scaturisce un principio di incendio. Le fiamme ci mettono poco ad avvolgere la corriera trasformando la stessa in un'immensa torcia di lamiere. Il 2 Agosto 1968. Una data che trasforma Clementina Perone, maestra appena 20enne, in un eroe. La giovane insegnante, originaria di Bonea, non esita ad immolarsi. Una volta che l'autista ha arrestato la corsa del mezzo, infatti, la donna inizia a far fuoriuscire i piccoli alunni. Uno, due, dieci. Entra ed esce, nonostante il fumo ed il calore crescenti. Mette in salvo, a ripetizione, più e più piccoli. C'è concitazione, si fa la conta dei bambini. Una manca all'appello: proprio quella che i genitori avevano caldamente raccomandato alla maestra. Gliel'avevano affidata pregando in un occhio di particolare riguardo. Quella bimbetta, forse meno pronta o più impaurita rispetto alle sue coetanne, non è scesa dal torpedone. E' rimasta li, al suo posto. Ma la maestra non può assistere impotente. Si getta all'interno, nonostante il calore e le fiamme siano invincibili. Sa, forse, che questa volta non sarebbe tornata indietro. Ma non importa. Quella piccolina non può morire da sola. E così Clementina entra e va a morire con la sua alunna. Il suo coraggio, la prontezza precedentemente mostrati hanno consentito di salvare decine di vite. Persone oggi cinquantenni, con famiglie e lavoro, che devono tutto a quella donna che immolò la bellezza dei suoi venti anni in una calda mattina di mezzo secolo fa. Ieri, a Bonea, l'Amministrazione comunale ha voluto ricordare, nel cinquantenario, quell'immenso sacrificio. Un momento di preghiera ed un saluto istituzionale si sono sviluppati presso il busto marmoreo che, nel 2009, fu scoperto dall'Amministrazione Paradiso. Medaglia d'oro al valore civile, già oggetto di intitolazione di una piazza nella sua Bonea e di una scuola nel milanese: per non dimenticare un estremo atto di generosità.

Commenti

  1. Clementina Perone era la mia compagna di banco .La ricordo sempre nelle mie preghiere.

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  2. Ero dell'età circa di quei bambini che in quel giorno venivano condotti in colonia -Siponto-
    ho assistito, come abitante della c/da ,vicino al luogo dove avvenne la fine di una gioa di andare al mare ,per tre ragazzine -DICO TRE -ed una accompagnatrice .Quella fu amaramente una tragedia preannunciata e stupidamente non evitata dal conduttore.
    Come potevano 50 ragazzi riuscire a scendere da una -gabbia -, vecchio pulman con cofano motore interno vicino alla guida dal quale si sprigionò un principio di incendio ,INCAUTAMENTE APERTO DALL'AUTISTA SENZA FAR SCENDERE PRIMA I BAMBINI ,il corridoio con strapuntini aperti .--Fu per gli abitanti della zona e gli operai di una fabbrica vicina che intervennero a far uscire quanti piu bambini potevano tirandoli dai finestrini--rompendo i vetri -l'abitacolo era stato invaso dal fumo e successivamente il sottofondo ,bagagliaio, prese fuoco.CONSIDERIAMO CHE ALLORA I SISTEMI TELEFONICI ERANO SCARSI,QUANDO ARRIVARONO I POMPIERI ERA TARDI POTERONO SOLO SPEGNERE LE ULTIME FIAMME.---Giusta la onorificenza ,MI SONO SEMPRE CHIESTO PERCHE' SI E' DIMENTICATO E AD OGGI NON VENGONO NOMINATE -LE TRE RAGAZZINE -CHE IN QUEL
    CONTESTO ,NELLA LORO INNOCENZA , sono state pur sempre DELLE EROINE.

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  3. Io ero su quel catorcio. Non fui salvato da un adulto. Ma da un mio coetaneo appena più grande che mi afferrò per un braccio e mi trascinò fuori dal rogo per centinaia e centinaia di metri temendo un'esplosione. Si chiama Vinicio. E, forse, ancora non l'ho ringraziato abbastanza...

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