Ipm Airola, arrivano i rinforzi. Basteranno?

Sannio Quotidiano 29 Settembre 2018
Arrivano rinforzi all'Istituto penale minorile di Airola. Questo è quanto disposto dal Dipartimento della Giustizia minorile che, con nota del 14 settembre , ha ordinato la ricognizione urgente di personale di Polizia penitenziaria da distaccare per urgenti esigenze di servizio presso le sedi di Airola, Nisida e Catania. Tre, in particolare, sono le figure che dovranno andare ad integrare il personale attualmente in forza presso la struttura detentiva caudina. Ciò, come evidenziato dallo stesso Dipartimento, “stante la situazione di grave e temporanea criticità in cui versa l'Istituto”. Allo scopo, quindi, le Direzioni degli Istituti penali minorili e le Direzioni dei Centri di Giustizia minorile di Bologna, Firenze, Milano, Torino e Venezia sono state chiamate a procedere ad una ricognizione presso il personale di competenza ai fini di un triplice distacco presso la struttura di corso Montella. Basteranno i tre agenti a conferire condizioni di maggiore sicurezza? Certamente no, al netto del fatto che quella connessa ai numeri è solo una delle criticità. Ora come ora, intanto, non sono più di quaranta gli agenti in servizio ad Airola, chiamati a fronteggiare una mole di detenuti che si aggira tra le 35 e le 40 unità. La metà dei quali over 18. Un dato, quest'ultimo, riconducibile alla normativa nazionale (in particolare alla legge 117 del 2014) che consente a soggetti che abbiano compiuto il reato in minore età di poter permanere in Istituti per minori fino all'età di 25 anni. Può capitare, quindi, che uomini fatti, cresciuti a pane e camorra, possano ritrovarsi ad avere a che fare con ospiti molto più giovani e, per di più, con agenti di primo pelo, psicologicamente poco preparati ad un tipo di confronto estremamente stressogeno. Una mostruosità consentita dalla legge. Un rapporto numerico quasi uno ad uno (agenti-detenuti), quanto ad Airola, quello su cui ballano gli equilibri dell'Ipm dove, come da recenti cronache, è successo un po' di tutto. Evasioni, aggressioni a danno degli agenti, un detenuto sgattaiolato fuori, telefoni introdotti all'interno con tanto di selfie. E, ancora, droga. I numeri, come detto, sono quello che sono e, per di più, ad “indebolirli” vi è anche il regime di vigilanza dinamica (anche questo elemento introdotto dall'organizzazione nazionale) che consente ai detenuti stessi di godere delle celle aperte per ben otto ore al giorno. Alla luce, quindi, del sistema carceri minorili che, su scala nazionale, andrebbe probabilmente radicalmente rivisitato, diventa urgente procedere a rinforzi ben più corposi per supportare le guardie in servizio presso l'Ipm. Mai dimenticando gli interventi e gli adeguamenti (non ultimi videosorveglianza e rafforzamento della portineria) da porre in essere su una struttura che, per sua natura, ha sempre indotto più di una perplessità rispetto alla compatibilità con la destinazione carceraria che le è stata conferita. La sensazione, in finale, è che il sangue freddo e la professionalità degli agenti abbiano consentito di tamponare l'emergenza e di scongiurare situazioni che avrebbero potuto avere connotati ben diversi

Commenti