Curiamo la vita "Piano sanitario? Una chiavica!"

(Sannio Quotidiano 16 Gennaio 2019) 
“Finalmente la verità! Il nostro (purtroppo) governatore si è espresso. Mentre lui parla di “statue” e “miracoli” autocelebrandosi, a noi non resta che cercare la statua di un Santo Vero al quale chiedere il “nostro miracolo”.
Ad intervenire, apprese le ultime “news” ufficiali in tema local-sanitario, è il comitato “Curiamo la vita”. “L’atto del Governatore De Luca presentato il 28 dicembre 2018 e successivamente pubblicato sul Burc – insistono dal sodalizio guidato da Mena Di Stasi - è una vera “chiavica”. Distrugge la Sanità di una provincia intera: a noi lascia un Dea di II livello a “tempo determinato”(Rummo) ed un Presidio ospedaliero (Sant’Alfonso) con un Pronto soccorso senza reparti e con “scadenza semestrale”. A Salerno, invece, Dea a quantità e fondi regionali per la creazione di nuove strutture. Lui chiede a noi di fargli una statua, noi gli chiediamo di vergognarsi, cosa che costa sicuramente meno di una statua. Il nuovo Piano sanitario regionale – ancora di “Curiamo la vita” - prevede per il nostro Sant'Alfonso non quello che noi più volte avevamo chiesto (Ps, Chirurgia, Ortopedia, Medicina, Cardiologia e Rianimazione), ma solo un Ps a tempo (in rispetto del DMm70/2015 “almeno 20.000 accessi in un anno), una Chirurgia ridotta e elettiva con solo sei posti letto, una Terapia intensiva con quattro posti letto ed una Medicina generale con 20 posti letto. Questo è quello chiesto da De Luca al Ministero: una deroga facendo riferimento al punto 9.2.2 del Dm 70/15, punto riservato alle province autonome di Trento e Bolzano.
Noi siamo stanchi di essere presi in giro – incalzano gli attivisti saticulani – e ancora una volta ribadiamo la nostra posizione: vogliamo un ospedale degno di essere definito tale, con un Ps nella rete del 118 e tutti quei reparti previsti per un presidio ospedaliero di base. Chiediamo al Ministro della Salute e al Governo intero di modificare il Dm 70/15, dove la Sanità da fatto esclusivamente “numerico” torni ad essere un elemento “umano”. Chiediamo – ancora Di Stasi e compagni di battaglia - infine che la deroga venga attuata in modo completo e non ad uso e piacere di chi la richiede: fino a quando non verrà rispettato tutto quello previsto nel punto 9.2.2 del Dm 70/15 il Presidio ospedaliero di Sant’Agata – la conclusione - deve conservare tutti i servizi presenti e attivi ad oggi presso la struttura con un celere reintegro del Ps nella rete del 118!”

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