Montesarchio, Apice-Bellini "Quereleremo Forum Giovani"

(Sannio Quotidiano 17 Marzo 2019)
La famiglia Apice-Bellini, “stanca di ricevere continue aggressioni mediatiche, che ledono notevolmente la loro immagine e la loro onorabilità, hanno conferito mandato difensivo all’avvocato Giovanni Adamo del Foro di Avellino”.
All'indomani della nota diffusa dal Forum dei Giovani di Montesarchio avente ad oggetto la questione del così definito “ecomostro del Centro storico”, giunge la replica da parte della proprietà della struttura “incriminata”.
Una replica che proclama la piena legittimità di quanto posto in essere. “Dopo le numerose polemiche sollevate, le accuse ingiuste e pretestuose subite, si è resa necessaria la nomina di un difensore, tenuto conto che si avverte l’irrefrenabile esigenza di salvaguardare una comune reputazione, consolidatasi e cristallizzatasi da anni nel loro contesto sociale di appartenenza”.
Così esordisce, su mandato dei coniugi Apice-Bellini, la nota del legale.
“I coniugi sono titolari di un regolare permesso di costruire per la realizzazione di un manufatto in località Madonna delle Vittorie, che ricade al di fuori dell’area di cui alla “Dichiarazione di notevole interesse pubblico della località Lato Vetere Dm 14/11/1962 - G.U. 310 del 5/12/1962. In concreto, l’intervento edilizio non ha avuto ad oggetto la trasformazione di una minuscola baracca abusiva, bensì una ristrutturazione ed un recupero volumetrico relativo ad una costruzione già esistente alla data del 1 Settembre 1967, come attestato dalle Autorità competenti e da dichiarazioni testimoniali.
Inoltre – prosegue l'avvocato Adamo - il fabbricato preesistente è stato regolarmente accatastato presso il Catasto di Benevento, per cui sussiste la prova cartacea della sua esistenza, della sua volumetria e della sua planimetria. L’intervento edilizio ha un’area di 158 metri quadri, superficie assimilabile ad una normale appartamento, di guisa che è assolutamente sconvolgente definirlo “ecomostro” avente un’estensione di 300 metri quadri.
L’opera realizzata non sfiora, in alcun modo, la cinta muraria, atteso che si trova ad una distanza di circa 170 metri lineari, senza stravolgere l’assetto originario dei luoghi. A tal riguardo, è doveroso evidenziare che nessun scavo nella roccia viva è stato effettuato e non sono stati rimossi ulivi secolari. La regolarità paesaggistica ed ambientale del manufatto è stata attestata dal Settore Tutela ambientale e paesaggistica del Comune di Montesarchio, sulla scorta del rilascio di parere favorevole della Sopraintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Benevento e Caserta.
Tuttavia, l’intervento edilizio non ancora è concluso ed il progetto prevede l’armonioso inserimento paesaggistico nel contesto di effettuazione dei lavori, che potrà essere valutato solo alla fine dei lavori. In precedenza, l’opera realizzata è stata oggetto di accertamento e di verifica da parte dell’Ufficio tecnico Comunale, concretizzatosi con un verbale di sopralluogo in cui si è dato atto che sono state rispettate le volumetrie e le planimetrie autorizzate.
In buona sostanza, l’intervento edilizio oltre al recupero del volume esistente ha riguardato anche il recupero del muro di pietra che delimita la strada comunale via Madonna delle Vittorie, nonché un risanamento ambientale e paesistico di un’area che si trovava in uno stato di degrado e di abbandono. In definitiva, ciò che è stato realizzato è integralmente conforme e rispettoso di ogni prescrizione rispetto a quanto autorizzato.
Orbene – giunge a conclusione l'avvocato Adamo nell'esprimere le volontà dei coniugi Apice-Bellini - con la consapevolezza di aver agito nel rispetto della legge, e con la serenità d’animo di chi ha osservato ogni prescrizione imposta, si fa presente che, alla luce della strumentalità e dell’inverosimiglianza di quanto affermato nei vari post, nei prossimi giorni sarà depositata presso la Procura della Repubblica di Benevento una querela affinchè si proceda nei confronti di ogni responsabile per il reato di diffamazione aggravata ex articolo 595 commi 2 e 3 del codice penale”.

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