Bomba sul Taburno, è della Seconda Guerra

(Sannio Quotidiano 27 Aprile 2019) Giaceva sulle alture del Taburno da oltre 75 anni. Ha dormito in quota, nascosto dalla vegetazione, in una sorta di capsula del tempo, fatta di foglie e terriccio, che lo ha tenuto preservato per tre quarti di secolo. Un ordigno, residuato del secondo conflitto mondiale, è stato rinvenuto nella mattinata di ieri in alta montagna, in una parte del versante ricadente nel territorio comunale di Bonea. Probabilmente gli ultimi che lo avevano maneggiato erano stati militari alleati in una delle campagne di bombardamento che erano state prodotte durante la Guerra del 1940-1944. Sganciata dagli aerei angloamericani, la bomba era rimasta inesplosa ma, non per questo, meno pericolosa rispetto al suo potenziale. Ieri mattina, si diceva, tre escursionisti - Giuseppe Minucci, Alessandro Ferretta e Giovanni Sgambato – si sono imbattuti nell'insolito reperto. Forma tubolare, lungo circa 30 centimetri e dal diametro di 10, il “pezzo” ha immediatamente palesato la sua natura. I tre non hanno potuto far altro che interrompere la passeggiata ed allertare immediatamente le Forze dell'Ordine che, giunte immediatamente sul posto, hanno messo in sicurezza la stessa transennandola con tanto di filo bianco/rosso. Nei prossimi giorni gli uomini degli Artificieri giungeranno sul posto e
provvederanno a portare via il materiale per la conseguente esplosione in sicurezza. Escludendo che la bomba sia accidentalmente stata sganciata dai piloti, è verosimile che in quel punto della montagna o nei dintorni, vi fosse collocata una postazione di contraerea – siamo a quota 800 metri di altitudine - che gli aviatori alleati volevano distruggere. Un tuffo nella storia quello vissuto ieri, sebbene un po' convulso, con gli esperti che battezzano come sul territorio italiano dovrebbero trovarsi almeno 20.000 ordigni non ancora detonati. A questo dato si arriva considerando come Raf e United States Air Force sganciarono durante le operazioni circa 1 milione di bombe, un decimo delle quali non detonate o solo parzialmente detonate. Oltre 30.000 operazioni sono state condotte per azioni di dissinesco che hanno consentito la neutralizzazione di altrettanti ordigni. Non sono mancati i morti a causa di incidenti, addirittura qualche centinaia dalla fine del secondo Conflitto




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