Sant'Agata, si ferisce in paese. Ma il 118 vuole portarlo al Rummo

(Sannio Quotidiano 17 Agosto 2019)
Chiamateli paradossi ospedalieri. O presunti tali. Ancora una volta quello che sembrerebbe essere un caso apparentemente anomalo nel sistema di soccorso in relazione all'ospedale “Sant'Alfonso Maria de' Liguori”.
Ancora una volta, come da evidenze, si è registrato un intervento del 118 con “incomprensioni” legate al trasferimento del soggetto da soccorrere. I fatti. E' la mattina di Ferragosto: una persona anziana, come raccontatoci da testimoni, cade a terra nel mezzo della piazzetta antistante il Duomo di Sant'Agata de' Goti. E' vigile, sebbene dolorante.
Si decide di allertare i soccorsi che, più o meno sollecitamente, raggiungono il punto della chiamata e prendono in cura la persona. Sempre come ci viene reso noto da persone che si sono trovate ad assistere al fatto, i sanitari ritengono di trasferire la persona anziana in ospedale, quanto meno a scopo precauzionale, al fine di condurre in struttura ulteriori accertamenti strumentali.
Ma a questo punto si apre il “caso”. Il mezzo di soccorso, infatti, avrebbe annunciato ai parenti del “paziente” che il loro congiunto sarebbe stato trasportato a Benevento e non al “Sant'Alfonso Maria de' Liguori”.
A quel punto, i parenti – probabilmente anche per questioni di praticità – hanno rinunciato al ricovero tramite 118 riservandosi, così come avrebbero fatto, di trasportare il parente con proprio mezzo presso il nosocomio di contrada San Pietro.
Perchè l'anziano non poteva essere trasportato presso il Ps di Sant'Agata de' Goti dall'ambulanza intervenuta? Il “Sant'Alfonso”, in primo luogo, è nuovamente nella rete 118: pertanto i mezzi di soccorso possono puntare verso di esso una volta prelevato un ferito.
Non vi erano le strumentazioni necessarie per una diagnosi? Sembrerebbe di no, dal momento che – quanto meno fino ad una settimana addietro – tac, lastre e raggi x vari erano pienamente funzionanti. E, per di più, in uso a personale assolutamente pronto, competente ed organizzato.
Perchè, quindi, fosse anche per una prima verifica, il “malato” non poteva essere accompagnato presso l'ospedale saticulano distante dal luogo dell'intervento non più di due chilometri?
Un caso che ricorda una miriade di altri già verificatosi in tempi recenti – l'ultimo solo ai principi del mese con i feriti di un sinistro stradale che, anche in quel caso, furono accompagnati dal 118 non a San Pietro ma presso il capoluogo nonostante l'estrema vicinanza rispetto al luogo dell'incidente. Se vi è una causa tecnica, qualcuno ce la spieghi.
In modo tale, eventualmente, da poter essere veicolo di spiegazione presso una Comunità che, al cospetto di questi episodi, guarda con un certo scetticismo a tutto il meccanismo di soccorso.

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