San Bartolomeo in Galdo, quelle morti evitabili


Da Sannio Press colgo una triste notizia - non capisco, però, se risalente al 2008 o attuale. Poco cambia, comunque, alla sostanza delle cose; tanto più che da 4 anni a questa parte la situazione non è mutata neppure in minima parte.
San Bartolomeo in Galdo, l' ospedale (che non c'è) uccide ancora. La news, infatti, concerne la morte di una donna - mamma di tre piccoli  - deceduta per complicanze cardiache. Lungi dal voler strumentalizzare la tragedia di una morte, si ripropone - però - il solito interrogativo: se l' ospedale fosse stato raggiungibile in pochi minuti, si sarebbe potuto salvare quella giovane vita? Parole che pesano come macigni, rincarate nella loro dose dal grido di dolore di Don Franco Iampietro "«Basta… sono stanco di accompagnare al cimitero persone che hanno l´unica colpa di essere nate qui». Un incidente, un malore possono essere fatali. Avere un problema di salute, da queste parti, è un lusso che non ci si può permettere. I tempi dei soccorsi sono ancestrali: il 118 necessita di 30 minuti per arrivare a San Bartolomeo in Galdo . Gli ospedali, poi, sono a 45 minuti (Lucera), 50 (Campobasso) e 90 (Benevento). Nella ipotesi migliore, quindi, si arriva al pronto soccorso in un' ora e mezza. Assolutamente troppo per vite che si giocano sul filo dei minuti. Mi chiedo - basito dinanzi alla noncuranza istituzionale: se proprio non si vuol 'regalare' un ospedale a questi dimenticati cittadini di serie b, perchè non conceder loro, quanto meno, un presidio del 118 tagliando, in siffatto modo, i primi 30 minuti (come minimo) di attesa? O, una simile risoluzione rischia di mandare in deficit la sanità campana?

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