Basta aprire il link al bando pubblicato sul sito del
Ministero dell’Economia. Si legge: “Gara per fornitura in acquisto di berline
medie con cilindrata non superiore a 1600 cc e dei servizi connessi ed
opzionali per le Pubbliche Amministrazioni”. Tradotto: auto blu cercasi.
E la spesa prevista è fino a un
massimo di 10 milioni di euro. A renderlo noto è il sito de L’Espresso . Quello
che stupisce è la richiesta di nuove auto blu per l’amministrazione pubblica
quando a disposizione ce ne sono già 60mila: 10mila a disposizione di ministri
e dirigenti più altre 50mila per un costo di quasi 2 miliardi di euro. Tutti a
spese dei cittadini italiani. Alla notizia si aggiunge il parere di Formez, il
Centro servizi per l'ammodernamento della Pubblica Amministrazione,secondo cui
di queste 60mila auto, 800 sarebbero inutilizzate. La cosa non è passata
inosservata tanto che Antonio Borghesi, deputato dell’Italia dei Valori, in un
interrogazione parlamentare ha chiesto al viceministro dell’Economia Vittorio
Grilli di chiarire in Parlamento (come si vede nel video qui sotto tratto da
WebDvtv). Nell’interrogazione l’Idv ricorda anche che un decreto del 2011
prevede "razionalizzazione e trasparenza in merito all'utilizzo delle
autovetture di servizio e di rappresentanza da parte delle pubbliche
amministrazioni”. I decreti legge del 2010 hanno inoltre introdotto l'obbligo
di non effettuare spese superiori all'80% della spesa sostenuta nel 2009 per
“l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio delle autovetture”.
Viene da chiedersi se la spesa di 10 milioni di euro per le nuove auto blu sia
compatibile con questi decreti.Lo stesso Ministro Patroni Griffi aveva dichiarato
riguardo alle auto blu che “in un momento di grandi sacrifici per decine di
milioni di cittadini italiani ed europei” erano previste "disposizioni per
accertare che le riduzioni previste si traducano in effettivo risparmio
permanente e contributo al risanamento dei conti pubblici”. E aveva aggiunto:
“sulla trasparenza in tema di uso di auto pubbliche l'Italia può diventare un
esempio virtuoso per tutta l'Unione europea, dove raramente esiste un
monitoraggio continuo e così dettagliato”. La trasparenza non manca e ha
permesso di poter individuare il bando. Ma ora il governo ora dovrà chiarire. (tgcom)
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