Giuseppe Fortunato - da Il Sannio Quotidiano
Sanità
campana, matassa ancora lungi dall’ essere sbrogliata. Una generale condizione
di criticità figlia, prevalentemente, di decennali gestioni pedestri.
Madre, a sua volta, di ricadute ed ‘effetti
domino’ su tutto il territorio. Ogni capillarizzazione del settore risente, in
modo più o meno rilevante, della contingenza del momento. Di ciò abbiamo
parlato con il fondatore e principale azionista del Centro medico ‘Erre’,
dottore Michele Razzano. La struttura – accreditata con il sistema sanitario
nazionale – opera nel settore della diagnostica e della riabilitazione. Un’
eccellenza scientifica che è anche preziosa fonte di impiego in un contesto –
quale quello del Mezzogiorno – non certo traboccante di lavoro. “Una delle
prime realtà in Campania anche per quanto concerne il numero di dipendenti” –
specifica il dottore Razzano. Il problema è, però, che la gestione quotidiana,
la pianificazione divengono sempre più complicate. “I dipendenti sono in
arretrato di 4-5 mensilità” – sottolinea Razzano. E ciò non è certo imputabile
a presunte ‘colpe’ della proprietà. I soldi, per intenderci, non arrivano dall’
alto. “Si va avanti facendo leva sulla buona volontà e grazie ai sacrifici del
personale e dei dirigenti”. Chiediamo al dottore Razzano di tradurci in cifre
il problema. “Devono rientrare i crediti del 2009 e del 2010” – replica lui.
Poi prosegue “Vantiamo crediti per 2 milioni e mezzo di euro relativamente al
‘vecchio’ e 5 milioni per quanto concerne il nuovo”. “Quanto basterebbe” –
interrogo io – “per uscire dalla fase acuta della crisi?”. La replica “Sarebbe
necessario, quanto meno, il saldo del vecchio”. Razzano, poi, incalza “Siamo l’
unica struttura della provincia di Benevento che non riceve soldi dal 2009”. Un
primato certo non onorevole. “E’ una sofferenza grande..”. L’ attenzione del
fondatore della prestigiosa struttura santagatese si volge, poi, all’ ambito
salernitano “Li già a 90 giorni pagano..”. Non abbiamo elementi sufficienti per
comprendere quali siano le dinamiche ed i meccanismi burocratici che producono
queste divergenze. Certo è che i ritardi patiti dal complesso nostrano
risultano essere decisamente corposi. E’ tangibile nelle espressioni e nelle
parole di Razzano un profondo stato di scoramento. Anche perché, quella
attuale, non è una fase eccezionale. Tutt’ altro. Ciclicamente si ripresentano
per il centro santagatese fasi caratterizzate da ritardi e da criticità. Un
incedere assimilabile a quello di un gambero: un passettino in avanti ed un
paio indietro. E’ovvio che in questa sede non si vuol colpevolizzare né
crocifiggere alcuno. E’ noto, ancora, come la sanità campana sia stata
incancrenita – prima del commissariamento - da un ventennio di sprechi e sfarzi
consumatisi nella fase ‘dorata’. Oggi, in definitiva, ricadono sul presente e
sui presenti colpe che sono chiaramente altrui. Tuttavia, è anche da
comprendere ed alleviare – con immediatezza – la sofferenza di un uomo che ha
deciso di investire e fare impresa nella sua terra. Per dare conforto alla sua
realtà, per alleviare il disagio sociale. Per recare prestigio non solo a Sant’
Agata dei Goti, ma al Sannio intero. Il Centro medico ‘Erre’ è, infatti, un
vanto che la nostra provincia può ostentare ben oltre i confini regionali. Evidenziamo,
in conclusione – ma non per questo meno importante - il risvolto umano della
vicenda. La struttura santagatese conta 157 dipendenti oltre a 60 collaboratori
(senza contare l’ indotto). Numeri di riguardo, ‘numeri’ che ruotano attorno a
questa realtà, tra paure e sacrifici che si rinnovano di mese in mese. Tra
mutui e bollette che se ne infischiano dei ritardi negli accrediti. L’ appello,
in conclusione, è quello di salvaguardare
le nostre eccellenze. Non biasimiamo colui il quale, un domani, deciderà di
andare a fare impresa in altri lidi.
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