AIROLA - 'Città d' Airola' l' amarezza della direttrice Izzo

Giuseppe Fortunato da 'Il Sannio Quotidiano' del 20/06/12
“Oggi mi viene da dire che il Concorso finisce qua”. Una frase-choc, dolce come un gancio in pieno viso, che mi serve la maestra Anna Izzo, direttrice artistica del ‘Citta d’ Airola’.
La kermesse, giunta alla sua quarta edizione, è stata – anche quest’ anno – motivo di convinto plauso. Entusiasta la critica, notevoli le presenze di pubblico, altissima la qualità dei ‘concorrenti’, nonché quella dei commissari. “Perché, quindi “- chiedo alla maestra Izzo – “paventare la fine di un simile successo?”. “Fatta eccezione per il vicesindaco Ruggiero – sempre presente e disponibile “ – chiarisce la Izzo – “il resto della amministrazione non ha capito l’ importanza del concorso”. La maestra Izzo mastica amaro. Poi prosegue “Non abbiamo avuto il sostegno che ci era stato garantito”. La Izzo lamenta anche la latitanza della Rocca dei Rettori, maggiormente presente – come lei medesima sottolinea – all’ epoca della sindacatura Supino. A quest’ ultimo va, inoltre, l’ affettuoso pensiero della maestra. “Il Concorso è nato grazie al suo prezioso sostegno” – sottolinea la stessa, rammentando – in un turbinio di riflessioni acute ed intelligenti  - come i partecipanti – quest’ anno – siano stati ben 420, ovvero venti in più  rispetto all’ anno recedente. Il canto lirico – una delle sezioni in gara – è stato emblematico del gran riscontro della rassegna. Vi hanno preso parte anche un cinese, un coreano – risultati vincitori – un albanese ed – ancora - un messicano. Una specialità che è stata arricchita dalla partecipazione di ben 15 concorrenti. Numeri rilevantissimi, se si considera la particolare tipologia canora. Sono tante le spie dell’ ottima qualità della kermesse. Tante, inoltre, sono le indicazioni verso la serietà della medesima. “Noi diamo quello che promettiamo. Mi spiego: abbiamo assegnato tutte le borse di studio da 8.000 euro che avevamo garantito ai vincitori”. Il ‘Città di Airola’, quindi, non può e non deve morire. Innanzitutto perché ciò mortificherebbe l’ arte e la cultura in quanto tali. In secondo luogo, perché il comprensorio caudino perderebbe una importantissima occasione di visibilità. La rassegna – giovanissima – è appena giunta alla sua quarta edizione. Quattro anni che hanno calamitato sul centro caudino artisti di chiara fama internazionale. Susanna Pescetti, nota concertista, Giovanni Velluti, Otello Visconti e – ancora – Filippo Morace sono solo alcuni dei nomi di spessore che hanno dato pregio alle varie commissioni giudicatrici. Personalità di primissimo livello, protagoniste nei teatri di mezzo mondo, che hanno ritenuto di non far mancare la loro presenza alla kermesse caudina. Il che è indicativo del grandissimo pregio di cui già gode la manifestazione. Conseguentemente,  come ci specifica la direttrice Izzo, anche il paese finisce per godere di un ritorno di immagine e di un consistente beneficio in termini di presenze. “Quest’ anno abbiamo avuto circa 3.000 spettatori durante la sei-giorni del concorso”. Il che assume un significato non trascurabile anche in termini economici, specie in contesti temporali – quali i presenti – non affatto caratterizzati dalle bibliche ‘vacche grasse’. Il concorso – nato in un borgo di 7.000 anime e non in una grande metropoli – è, pertanto, venuto su con le forze proprie, non godendo del riflesso della ‘geografia’. La passione e l’ impegno della direttrice e del suo staff  hanno posto – mattone dopo mattone – i pilastri di quello che anche quest’ anno si è rivelato un gran successo. Confidiamo nella attenzione e nella sensibilità personali del sindaco Napoletano che – con certezza – non permetterà che si possa concretizzare la  dispersione di siffatto patrimonio.  

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