di Mario Tirino
La scomparsa del maestro Paolo Petti, scenografo di prestigio
internazionale, lascia attonita la comunità airolana.
Diplomatosi all'Accademia
di Belle Arti di Napoli nel 1961, Petti
inizia a lavorare in Rai già nel 1965 e negli anni successivi segue da
vicino il lavoro sperimentale di Carlo Quartucci, tra i maggiori esponenti del
teatro d'avanguardia in Italia. Per la Rai realizza circa 70 lavori, tra
commedie teatrali, spettacoli per ragazzi, film, sceneggiati. Il suo nome resta legato ad alcuni degli spettacoli musicali e delle
riviste di maggior successo nel nostro Paese: da "Avanspettacolo" di
Dino Verde a "Cocco" di Pier Francesco Pingitore e Renzo Arbore,
passando per "Un'estate al massimo" di e con Massimo Ranieri. La sua creatività e la sua cultura visiva gli consentono di affermarsi
sulla scena teatrale, dove le sue scenografie per i lavori di Mariano Rigillo
ottengono entusiastiche recensione dalla stampa nazionale di settore. Sul
finire degli anni '80 gioca con soluzioni sceniche originali e innovative,
collaborando, tra gli altri, con Enzo Moscato e Ruggero Cappuccio, e legando il
suo nome ad alcune memorabili edizioni di "Benevento Città
Spettacolo". Altro dato che segna la sua carriera artistica è la sua voglia di
mettersi in gioco in ambiti diversi. E' così che realizza le scene di film
d'autore, coraggiosi e di nicchia, lavorando in pellicole come "Lontano in
fondo agli occhi" di Giuseppe Rocca (dove il suo lavoro eccellente
valorizza gli spettacolari scenari esterni e i palazzi e i vicoli di Sant'Agata
de' Goti), "Luna Rossa" di Antonio Capuano e "Quijote" di
Mimmo Palladino, con il quale collabora anche alle diverse installazioni della
famosa "Montagna di sale" (la più famosa, simbolo del
"Rinascimento Napoletano" a Piazza Plebiscito nel 1995). "Paolo Petti è stato un punto di riferimento per generazioni di
artisti, ed un orgoglio per Airola", commenta a caldo il vicesindaco ed
assessore alla Cultura del Comune di Airola, Pasqualino Ruggiero. "Per
lui, di carattere schivo, parlava la sua arte immensa, che si nutriva della sua
curiosità, del suo talento che amava rinnovare e mettere alla prova in ogni circostanza.
Un'altra sua caratteristica che mi preme sottolineare è la sua disponibilità
con i giovani: ha aiutato tantissimi giovani artisti sanniti, che grazie a lui
hanno potuto cimentarsi in ambiti professionali". "Alla famiglia Petti intendo rappresentare il cordoglio personale
e di tutta l'Amministrazione Comunale di Airola", prosegue Ruggiero.
"Il fatto che sia rimasto sempre legato alle sue radici caudine significa
per noi motivo di vanto e cercheremo di rendere omaggio alla grande persona e
all'artista ineguagliabile che è stato il maestro Paolo Petti con ogni
opportuna iniziativa".
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