Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'
Paesi che non offrono nulla, ‘leit motiv’ da sfatare. Il
discorso vale per tante piccole realtà della Valle Caudina - e del Sannio in generale – che, contrariamente
al diffuso luogo comune, si fregiano di un notevole patrimonio
storico-paesaggistico.
Il problema, però – tipicamente meridionale – è che non
si sfrutta – o lo si fa in modo estremamente limitato – quanto la natura ed i
millenni hanno lasciato in dotazione. Delle potenzialità del territorio - e di
proposte atte a rivalutarlo – abbiamo parlato con l’ avvocato Bernardino
Buonanno. Ex sindaco di Moiano – carica ricoperta per ben 4 volte – Presidente
della Comunità Montana del Taburno e – sebbene per un breve lasso temporale –
assessore alla Rocca dei Rettori. Buonanno – scuola DC – è una fucina di idee e
di proposte. Alcune delle quali avrebbe voluto attuare nell’ espletamento delle
sue cariche, scontrandosi – sovente – con resistenze e/o difficoltà pratiche.
Testimonianza di come – spesso e volentieri – il semplice voler fare non si
traduca necessariamente nella attuazione dei programmi. Tra le tante idee
sciorinatemi dall’ ex primo cittadino, mi colpisce – in particolar modo –
quella di creare un parco fluviale lungo il fiume Isclero. “Un progetto”- mi
spiega Buonanno – “teso alla rivalutazione di questa preziosa risorsa naturale,
presupposto – altresì – per la implementazione della macchina turistica”. Il
fiume Isclero attraversa – tra gli altri – i comuni di Sant’ Agata dei Goti,
quello di Moiano, di Cervinara, di Bucciano nonchè di Airola. Il grosso
problema è, tuttavia, quello relativo al severo tasso di inquinamento che
interessa tutto il corso d’ acqua. Condicio sine qua non per la nascita di un
parco fluviale è, quindi, quello – come ci ha sottolineato l’ ex primo
cittadino locale – di un risanamento dell’ Isclero. Un passaggio indispensabile
e – relativamente al quale – di cui è da valutare anche l’ impatto economico.
“Il fiume è una ricchezza, una grossa risorsa da sfruttare” – sottolinea l’ ex
assessore provinciale. Che prosegue “I nonni mi dicevano che la sua acqua
avesse, addirittura, proprietà terapeutiche”. L’ avvocato di Moiano continua
nella sua analisi “L’ idea del parco fluviale – che andai a prevedere anche nel
Piano Regolatore del Comune - la inseguii da sindaco e da assessore in
Provincia cercando, come ovvio, di coinvolgere gli altri comuni interessati dal
percorso”. Buonanno ci fa presente come un risanamento del corso d’ acqua-
unitamente a quella dell’ area ad esso prossima – creerebbe un meraviglioso
itinerario nella natura. “Sfruttando il percorso prevalentemente pianeggiante”-
evidenzia lo stesso – “si potrebbe creare un itinerario ciclabile - parallelo
al fiume -lungo il territorio dei vari comuni”. Non solo una pista ciclabile,
tuttavia. “Troverebbe, in tale contesto, logica sistemazione tutta una serie di
servizi che potrebbero andare a svilupparsi. Scontato pensare, ad esempio, a
delle aziende agrituristiche”. L’ Isclero è, inoltre, un meraviglioso sito
ricco anche di storia. “Lungo il suo tragitto” – ricorda Buonanno - “troviamo preziose testimonianze dei secoli.
In località 3 Ponti – a Moiano – vi è un vecchio mulino ad acqua. La zona è,
inoltre, chiamata in questo modo per la presenza di un ponticello romano. Mai
dimentichi, inoltre, dell’ acquedotto carolino”. Il discorso si fa,
indubbiamente, interessante. “Secondo alcune ipotesi storiche, il vallone tra
Moiano e Sant’ Agata dei Goti sarebbe la sede delle note ‘Forche Caudine”. Se
quella relativa alla disfatta dei romani è una ipotesi, è – invece – dato
accertato il rinvenimento di un sito di epoca romana che sarebbe stato sede di
una fornace ove si fabbricavano spade per i gladiatori. Il tutto a pochi metri
dal fiume. “Non dimentichiamo” – mi ricorda il mio interlocutore “che a
Benevento vi era la principale scuola gladiatoria”. Si immagini, in chiusura,
quali scenari si aprirebbero da un recupero dell’ Isclero. Scenari di
fantastiche passeggiate nella natura, costellate da suggestive parentesi
storiche. Il tutto a supporto della macchina turistica e della ferma economia
del comprensorio. Prendiamo coscienza, pertanto, delle immense ricchezze che
puntellano il nostro territorio e di come sia delittuoso non sfruttarle.
Commenti
Posta un commento