Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'
Visitare il Comune di Sant’ Agata dei Goti potrebbe comportare – a carico dei
turisti ‘pernottanti’ – il pagamento di un balzello.
Una mini tassa, cioè, da
corrispondere all’ atto del saldo presso alberghetti e bad and breakfast. La
‘novità’ – sicuramente poco gradita ai turisti – potrebbe entrare ben presto a
far parte della vita della comunità locale. In modo particolare, già a partire
da lunedi 18 giugno. Data, cioè, della seduta consiliare al cui ordine del
giorno è stata portata appunto la eventuale approvazione del regolamento
introduttivo di quella che – tecnicamente – si definisce ‘imposta di
soggiorno’. Le cui tariffe sono state già definite dalla Giunta santagatese che
ha, per l’ appunto, deliberato in tal senso con atto numero 138. L’ Esecutivo santagatese ha quantificato in 3
euro la somma che ogni persona dovrà corrispondere per ogni pernottamento in un
bad and breakfst ricadente nel territorio comunale. Ciò significa – tradotto in
soldoni – che una famiglia composta da quattro persone che vuol trascorrere un
week end tra i vicoletti del centro storico dovrà corrispondere una tassa
totale di euro 24. Non esattamente una cifra trascurabile. Altre tariffe sono
state previste – sempre a persona, sempre per ogni pernottamento – anche con
riferimento alla tipologia dell’ affittacamere di prima, seconda e terza
categoria. Le rispettive imposte di soggiorno saranno pari – rispettivamente –
ad euro 2, 1.50 ed, infine, 1. La imposta di soggiorno – tuttavia – non è una
invenzione santagatese, essendo – bensì - prevista dalla normazione nazionale. O,
meglio, la legge di essa istitutrice è ritornata nel nostro ordinamento dopo un
ventennio di obsolescenza del balzello. Nel 1991, infatti, una previsione di medesimi
contenuti era stata oggetto di abrogazione. Nel 2011, invece, un nuova
pronuncia legislativa ha riportato in vita la tassa dandosi, tuttavia, facoltà alle
singole realtà comunali di accoglierla – eventualmente - entro la specifica
realtà con ratifica consiliare. Gli euro che entrerebbero – in tal modo – nelle
casse comunali, dovrebbero – e questa è la ‘ratio’ della norma – rientrare nel
circolo attraverso una implementazione dei medesimi servizi turistici. Soldi,
cioè, che si prendono dalle tasche dei turisti per migliorare i servizi a loro
beneficio. Una introduzione che, quindi, può presentare due facce. Da un lato
potrebbe profilarsi, in tempi di crisi, come un disincentivo per il
turista. Dall’ altro, invece, potrebbe
rappresentare – sempre in virtù delle attuali contingenze economiche – come una
preziosa risorsa per le realtà comunali. Piaccia o meno la ‘mini-stangatina’,
riteniamo che chi viaggia sia anche predisposto a spendere. Ma, soprattutto,
riteniamo anche che il medesimo voglia godere di servizi degni di una realtà
che ambisce a definirsi come attrattiva.
Se, quindi, Palazzo San Francesco saprà far fruttare questa nuova risorsa – in termini
di qualità dell’ offerta – abbiamo buone ragioni per credere che il visitatore
non si renderà neppure conto dell’ esborso-extra. Se, invece, l’ offerta del
paese dovesse rivelarsi carente di nuove migliorative implementazioni, l’ amico
viaggiatore finirà per chiedersi quali siano le ragioni di un plus che – a quel
punto – non gli sarà affatto gradito.
A parte l'errore di calcolo (3*4=12), ci rendiamo conto della tassa? Siamo a SANT'AGATA DEI GOTI!!!!
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