Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'
Pervengono
elementi confortanti dalla differenziata santagatese. Dall’ epoca del
commissariamento – determinato dal non raggiungimento dello share del 50% al 31
dicembre 2011– si è passati ad un dato parziale
- relativo al mese di maggio – superiore al 54%.
Di questo passo –
pertanto – si dovrebbe abbondantemente ‘scollinare’, a fine 2012, la vetta del
60 percentuale – nuovo parametro fissato dai riferimenti normativi. La gestione
‘Lavorgna’ – fresca riconfermata per il prossimo settennato (nuovo appalto
superiore ai 7 milioni di euro) - sta, quindi, conducendo la cittadina
santagatese fuori dal baratro commissariale. Il dato riferito al quinto mese
dell’ anno – a conforto di quanto detto -
non è affatto occasionale ed isolato. Il primo trimestre 2012 – a titolo
esemplare – si è assestato- così come comunicato formalmente dal Commissario ad
Acta, dott.ssa Maria Antonietta Iacobellis - su una media del 47,98%. Numeri
incoraggianti che fanno felici e contenti – un po’ come nelle favole – tutti i
protagonisti della storia. Amministratori, in primis, bravi a sensibilizzare, ma
anche i cittadini. Sono tali ultimi – infatti – ad avere consentito – grazie
alla acquisizione di una nuova responsabilità civica – il raggiungimento di
siffatti parametri. Il paese, con riferimento alla sua parte centrale, si
presenta, inoltre, alquanto pulito. La classica cartaccia, infatti, è cosa rara
al suolo, segno tangibile dell’ ottimo lavoro di spazzamento effettuato. I problemi, tuttavia, non mancano e si
riconducono – essenzialmente – al conferimento delle varie tipologie di
rifiuti. Innanzitutto, sebbene il dato già citato della differenziata conforti,
lo smaltimento del ‘giallo’ e del ‘nero’ una sola volta a settimana non può
soddisfare le esigenze della cittadinanza. Chi non dispone di spazi ampi, quali
giardini o autorimesse, è costretto a stipare in balconi-discariche accumuli di
carta e plastica per una settimana intera. Un disagio consistente, riconducibile
alla grossa mole di rifiuti che deriva dall’ uso di questi materiali. Che,
però, quanto meno non ‘nuoce’- tendenzialmente - al naso. I poveretti che
devono, invece, ‘gestire’ a domicilio il ‘nero’ di 7 giorni vedono, come si
suol dire, i famosi sorci verdi. In tale tipologia di sacco viene conferito,
infatti, un prodotto molto in voga tra i lattanti: ovvero, il pannolino. Di cui
i marmocchi sono gran consumatori, arrivandone a ‘bruciare’ anche più di 6 in
un giorno. E, se la matematica non è un’ opinione, 6 per 7 è uguale a 42.
Povere narici! Scherzi a parte, andrebbe considerata la possibilità di posizionare
dei grossi raccoglitori ove la gente può gradualmente disfarsi dei rifiuti onde
non essere sopraffatti dagli stessi in casa. Dicevamo, appena prima, della
parvenza di pulizia dell’ ambiente urbano. Vero, salvo due eccezioni. Il
conferimento dell’ indifferenziato, infatti, è occasione ghiotta per cani e
gatti. Che – data l’ ora di conferimento (non oltre le 22) – hanno troppo tempo
per banchettare e spargere i resti un po’ qua, un po’ la. Bisognerebbe, quindi
avvicinare i tempi di conferimento e quello di raccolta. Altra eccezione alla
regola della pulizia è quella data dalle troppe mini-discariche che ancora
contraddistinguono il territorio rurale. Ovvio che, in siffatti casi, l’
imputato è il cittadino-sporcaccione. Da sopralluogo effettuato nella giornata di
ieri, inoltre, abbiamo anche potuto verificare il rinnovo del materiale a
terra. Segno che quello precedente era stato, in effetti, rimosso. Oggi,
invece, in luogo di uno scaldabagno e di una cucina, abbiamo trovato materassi
e bombole. Basterebbe, rammentiamo a questi eco-criminali, una semplice
telefonata per vedersi prelevare a domicilio e gratuitamente l’ ingombrante. Non ci si affannerebbe la schiena e non si
rischierebbe una meritata sanzione. Sono ancora tante le zone meta degli
sversatori; ci auguriamo che il progetto di videosorveglianza possa essere
esteso – come deterrente - anche a tali aree così appetite dagli imbecilli di
turno.
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