Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'
Si torna
a parlare della tassa di soggiorno, già motivo di diffuse polemiche nel corso
delle ultime settimane. La fattispecie della norma, infatti, è stata estesa
anche ad un’ altra tipologia ricettiva.
Questo quanto stabilito dall’ atto di
delibera numero 200 del 25 corrente mese. Ricordiamo come la imposta – dapprima recepita
dalla Giunta locale - era stata ‘portata’ –in secondo luogo - in Consiglio
comunale, entro il cui consesso non era mancato un intenso dibattito. Oggetto
del ‘contendere’ il tema della giuridicità stessa della previsione normativa
entro la realtà santagatese. Le osservazioni – in special modo, quelle dell’
avvocato Pietro Farina – non valsero a ‘conquistare’ giorni di ulteriore
approfondimento. Alla fine, infatti, il parlamentino locale aveva deliberato –
in forza, come ovvio, dei maggiori numeri della maggioranza - l’ entrata in vigore del provvedimento. Da
qualche giorno, quindi, chi vorrà trascorrere una notte santagatese dovrà
pagare – a persona – un balzello che - per i bad and breakfast – sarà pari ad
euro 3. Gli operatori del settore recettivo avevano evidenziato – in modo
particolare – come la delibera santagatese fosse viziata da un difetto di
applicazione. Si lamentava, cioè, che entro le tipologie di strutture oggetto
della imposta non rientrasse anche quella degli agriturismi. Sollevandosi,
altresì, la ‘pesante’ osservazione che ben due dei componenti della locale
Giunta fossero detentori di quella tipologia recettiva andando ad ingenerarsi –
di conseguenza – un supposto conflitto di interessi. Rifuggiamo da siffatte
ipotesi, ritenendo – piuttosto – che il mancato inserimento degli agriturismi
entro le tipologie dell’ atto fosse dipeso da una mera disattenzione. In altri
termini, siamo certi che l’ acutezza dei componenti della Giunta non avrebbe
mai potuto cadere in un simile autogol. Lo stesso assessore alle Attività
Produttive – Marco Razzano – aveva sottolineato il punto durante la medesima
adunata consiliare- ben prima dell’
apertura del dibattito – evidenziando come la non inclusione degli agriturismi
era da ricondurre esclusivamente ad una disattenzione. Una umana dimenticanza
cui è gia stato posto rimedio. L’ atto di cui prima si accennava ha incluso la
tipologia recettiva entro le previsioni della imposta santagatese, sancendo –
in nome di una assoluta par condicio – l’ applicazione per essa del massimo
tariffario.
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