Giuseppe Fortunato - da 'Il Sannio Quotidiano'
Filippo Antonio Piscitelli, giovane grillino santagatese. Auspicando per lui sempre maggiori fortune, il ragazzo è – intanto - passato alla storia locale come messaggero di una ‘nuova’ tanto importante quanto infelice. La chiusura – vale a dire - degli uffici postali periferici. Che – alla luce delle comunicazioni della figura prefettizia – assume reale concretezza. Le sorti delle strutture postali, in effetti, sono solo legate alle leggi dei tagli. E, quindi, dei numeri. Ed i numeri sono contro la realtà santagatese. Se i numeri non sono un’ opinione, è pur vero che tutti speravano in una deroga specifica ‘dedicata’ alle latitudini saticuline. Un territorio grande quanto Napoli, difficile nei collegamenti interni, non servito adeguatamente. Nulla – a quanto pare – verrà preso in dovuta considerazione. Come anticipato dal rappresentante governativo - nell’ Italia che ci aveva abituato a derogare alle deroghe – questa volta si guarderà esclusivamente al rigore scientifico. In pieno stile montiano. Numero di abitanti e mole di affari. Questi i parametri di riferimento. Venendo meno uno di questi, si tira la spina. Una storia che, in un certo senso, si va a replicare nella frazione di Bagnoli. Passata dalla prospettiva di divenire una mini-città – con ufficio postale e farmacia – al ritrovarsi in mano un pugno di mosche. La farmacia, appunto. Persa – la terza – per 77 abitanti. Nonostante le varie ragioni avanzate, sempre riferite alla conformazione territoriale e cose simili. L’ Italia sta vivendo l’ era della matematica; essa è la regola madre. Dovendosi rassegnare, pertanto, al duplice funerale postale – Bagnoli e Faggiano – non resta che studiare metodi alternativi per potenziare e rendere meglio fruibile quel po’ che rimane. La risorsa – l’ unica che resterà disponibile – è quella di Sant’ Agata centro. Un unico sportello che dovrà servire 12.000 abitanti sparsi su 64 chilometri quadri. Ad oggi la struttura del centro storico è a funzione di circa 7.000 unità; quelle, cioè, che vivono nell’ area centrale. L’ appuntamento con le pensioni è già, ad ora, un momento titanico. File alquanto poco ordinate e strabordanti di gente. Tempi di attesa sovente biblici. Del genere ‘sai quando entri, ma non quando esci’. Cosa succederà, quindi, quando Nord e Sud Isclero – ulteriori 5.500 abitanti - si andranno a riversare nell’ unica struttura superstite? Stante le attuali condizioni, non può che profilarsi il caos. Ovvio, quindi, auspicare un massiccio potenziamento del servizio. Con la implementazione di ulteriori sportelli e di personale preposto al rapporto col pubblico. Personale – allo stato – già – rammentiamo – oberato di lavoro. Il tema delle poste centrali andrà – altresì – ad incrociarsi con altre due importanti questioni: quello della carenza dei servizi di trasporto e quello della preclusione al traffico nell’ area storica. I residenti delle aree periferiche dovranno – vale a dire – godere, quale parziale compensazione, di un degno servizio di trasporto pubblico. Urgerà agevolare la quotidianità di chi – a titolo esemplare – altrimenti sprovvisto di mezzo proprio – penso alla persona anziana – dovrà muovere da Bagnoli, Laiano o da San Tommaso – sobbarcandosi significativi plus in termini di tempo e di chilometri – per giungere nell’ area centrale. Se prima erano in grado di assolvere in modo autonomo – o, quanto meno, più agevole – alle proprie questioni, a breve avranno necessità di una assistenza che sopperisca ai tagli. Del resto, Sant’ Agata dè Goti, specie considerandosi il rapporto con la significativa estensione territoriale, si colloca agli ultimissimi posti – in qualsiasi graduatoria territoriale – per il (non) servizio di trasporto pubblico elargito. La ZTL, poi. Si moltiplicherà – con l’ afflusso extra – la mole di utenza necessaria di giungere con l’ auto fin dentro l’ area preclusa alla circolazione. Se da un lato si taglia, quindi, dall’ altro si dovrà pur cucire.
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