da dica33.it
Troppo spesso la diagnosi è tardiva
Ai ben noti disturbi del comportamento
alimentare, come la bulimia e l'anoressia, che trovano un picco di esordio tra
adolescenti e giovani, si aggiungono ora forme nuove ed emergenti, meno
conosciute, ma non per questo meno pericolose. Lo segnalano i pediatri
italiani, in occasione del congresso Milanopediatria 2012, che si svolge da
alcuni anni a Milano. Si tratta di comportamenti nuovi, quindi, non ancora
riconoscibili come patologie vere e proprie né tanto meno inseriti nei
principali manuali diagnostici, ma con una diffusione tale da poter parlare di
atteggiamenti con elevato rischio di convertirsi in veri e propri disturbi
alimentari.
Ortoressia, bigoressia
e drunkoressia, le nuove facce del rapporto col cibo
I comportamenti su cui
ora si sta cercando di fare chiarezza hanno nomi nuovi: ortoressia, bigoressia
e drunkoressia e si differenziano da anoressia e bulimia per le modalità con
cui ci si rapporta al cibo. L'ortoressia, per esempio, è l'atteggiamento
di chi prova una sorta di ossessione per i cibi giusti e a differenza di chi
soffre di anoressia o bulimia che è ossessionato dalla quantità, la
preoccupazione dell'ortoressico è la qualità del cibo: deve poter accertarsi
che l'alimento è sano, puro e attivo nella prevenzione delle malattie. Questa premessa
impone un regime talmente rigoroso da esporlo paradossalmente al rischio
di carenze nutrizionali gravi e quindi di danni dovuti alla
drastica riduzione di vitamine e sali minerali (avitaminosi e osteoporosi». Le
ricadute sono anche sociali: per acquistare, controllare e cucinare cibi sani
in modo sano si arriva a rinunciare, per mancanza di tempo e difficoltà ad
adattarsi, al lavoro e alle relazioni sociali. «Il soggetto ortoressico» spiega
Marcello Giovannini, presidente della Società italiana di nutrizione pediatrica
(Sinupe) «deve programmare sempre scrupolosamente i pasti e di conoscere ogni
singolo ingrediente contenuto negli alimenti assunti e spesso porta con sé cibi
pronti e stoviglie personali durante i pasti consumati fuori casa. Prova poi disgusto
nell'assumere sostanze non naturali, per paura di contaminare il proprio corpo
ed è estremamente severo con se stesso nel seguire la dieta prefissata». Chi
soffre dibigoressia ha invece la preoccupazione di essere troppo
debole e magro. Si tratta di un fenomeno recente osservato prevalentemente
nella popolazione maschile tra i 15 e i 23 anni, soprattutto tra i
frequentatori di palestre e appassionati di body-building. «A differenza della
paziente anoressica, che si vede grassa pur essendo magrissima, il bigoressico
si vede sempre magro e debole anche quando ha raggiunto un fisico molto
atletico, con conseguente deflessione del tono dell'umore». Inoltre, spiegano
gli esperti, la priorità che viene data all'allenamento può compromettere la
vita socio-lavorativa mentre l'insoddisfazione della forma fisica spingono ad
assumere ormoni androgeni, farmaci anabolizzanti e sostanze
ergogeniche illecite, con rischio di grave compromissione epatica e renale.
Infine, c'è la drunkoressia, termine coniato dai giornalisti del
New York Times per descrivere un nuovo pericoloso comportamento alimentare
emergente tra le adolescenti: digiuno prolungato durante il giorno per poter
arrivare ad assumere ingenti quantità di alcolici all'ora dell'aperitivo. In
questo caso, però, la volontà di dimagrire non è fine a se stessa, ma è
strumentale all'assunzione di alcol: durante il giorno si
"risparmiano" calorie che possono poi essere spese in alcolici e
superalcolici alla sera. L'alcol diventa così uno strumento per integrarsi socialmente,
per non avvertire il senso della fame e, in alcuni casi, anche per indurre il
vomito. Ai danni tipici dell'anoressia si sommano i rischi derivanti dall'abuso
di alcolici, cioè epatopatia, neuropatia periferica e danni al
sistema nervoso centrale.
Troppo spesso la diagnosi è tardiva
«Recenti studi indicano che questi disturbi sono sempre più
precoci» afferma Arianna Banderali, medico e psicoterapeuta dell'Associazione
italiana disturbi dell'alimentazione e del peso (Aidap) «interessano l'età
adolescenziale ma anche le fasce più giovani. Riuscire a intercettare i casi di
recente insorgenza è la strategia più efficace per risolverli, anche perché un
soggetto giovane che presenta questi disturbi sarà un giovane adulto con gli
stessi problemi. I genitori in genere si accorgono di qualcosa quando ci sono
dei cambiamenti nella dieta dei figli, ma andrebbe intercettato prima il
disagio dovuto a una non accettazione del proprio corpo». Le cause, spiegano
gli esperti, sono sempre molteplici: sono patologie complesse che trovano
spiegazione nell'interazione tra ambiente, sociale, in questo caso e
predisposizione individuale. Spesso ci sono problemi di autostima che spingono,
soprattutto le donne giovani, a cercare nella magrezza una via per sentirsi
accettate. «Possono essere considerati l'esasperazione di comportamenti
promossi dalla società» chiarisce Giovannini «quali il "mantenersi in
forma", che, in soggetti predisposti, rischiano di trasformarsi purtroppo
in veri e propri disturbi alimentari. Spesso la loro identificazione è tardiva,
in assenza di specifiche linee guida e strutture assistenziali per il loro
trattamento».
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