Pietro Di Lorenzo
Pietro
Di Lorenzo e Domenico Dragone chiesero la convocazione di una seduta di
consiglio comunale per discutere e deliberare sui seguenti distinti punti all’
ordine del giorno:
- discussione
e provvedimenti su servizio idrico intergrato, costi, qualità del
servizio, efficienza, tariffe ed oneri a carico dei cittadini ed ogni
altro aspetto consequenziale;
- accesso
agli atti per i cittadini ed i consiglieri comunali, legislazione,
regolamento e nuove esigenze di informazione;
- regolamento per il funzionamento del consiglio e statuto comunale, efficienza, funzionalità ed autonomia dei gruppi consiliari e dei singoli consiglieri nei confronti del Presidente del Consiglio e del Sindaco;
Il
Presidente del Consiglio Comunale, come al solito senza sentire i capogruppo,
senza predisporre i necessari atti preliminari e senza tener conto delle
mozioni e richieste ha convocato per le ore 10,30 di mattina del 10 gennaio i
consiglieri.
Sono
presenti: Giuseppe Saiano, Giulio Marotta e Giuseppe Alois per la maggioranza e
Pietro Di Lorenzo per la minoranza. Prima che il Presidente iniziasse a parlare
è intervenuto Di Lorenzo, che ha fatto notare che, per gli argomenti portati
alla discussione del consiglio mancavano del tutto i necessari atti, che tra
l’altro, non vengono posti in visione nemmeno ai consiglieri e ciò ha provocato
gli interventi del Prefetto, dell’on. Porfidia e del senatore Del Pennino, con
interrogazioni anche al Ministro dell’Interno.
Il
Presidente del Consiglio ed il segretario comunale hanno risposto che questo
non è loro compito. Si è discusso per
oltre un’ora senza giungere a nessun risultato. A quel punto, visto
l’impossibilità di svolgere un regolare consiglio, Di Lorenzo ha abbandonato
l’aula. Il Presidente del Consiglio con tre consiglieri (Marotta, Alois e
Saiano) ha proseguito la trattazione degli argomenti all’ordine del giorno.
Rinviando i primi tre punti ed approvando l’ultimo che era un riconoscimento di
un debito Resta l’interrogativo se la seduta con appena tre consiglieri ed il
presidente sia valida. La legge sembra chiara e anche leggendo su Wikipedia
alla voce “maggioranza” non sembrano esserci dubbi sulla non validità della
seduta. Ma forse a Limatola l’interpretazione è diversa. Vedremo! Intanto Di
Lorenzo ha scritto al Prefetto ed anche alla corte dei conti perché il
Presidente, con atti incompleti forse non avrebbe dovuto convocare il Consiglio
e gravare l’Ente di altri costi.
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