La Soprintendenza di
Caserta, Ente gestore dell'Acquedotto Carolino – ha inviato a diversi cittadini
santagatesi, residenti nelle aree rurali di Castrone – Paradiso – Cesine –
S.Maria Scozzese – Traugnano – Longano – Bagnoli – S.Croce – Mascone, un avviso
di divieto assoluto di utilizzo della fornitura d'acqua non potabile dal
condotto Carolino fino a nuove disposizioni. Il provvedimento, reso
noto all'Ente Comune solo dagli increduli residenti, storici titolari di
concessioni per l'utilizzo dell'acqua precaria non potabile per la quale
regolarmente versano all'Ente il canone annuo, ha mobilitato immediatamente
l'Amministrazione Comunale che, con apposito atto di giunta, n.381 del 10/12/12
ha comunicato formalmente alla Soprintendenza il crescente stato di
preoccupazione della popolazione interessata e il relativo disagio igienico
sanitario che arrecherebbe l'attuazione del provvedimento contenuto nelle note
recapitate.
Il Governo cittadino con l'atto di giunta, trasmesso all'Ente
Gestore con apposita nota inviata in data 7 gennaio 2013 dal sindaco Carmine
Valentino, fa voti alla Soprintendenza di Caserta affinchè ritorni sulle
proprie decisioni non revocando le concessioni di approvvigionamento di acqua
derivata dal condotto Carolino ai titolari storici di tali concessioni. Le
motivazioni per le quali il Comune di Sant'Agata de'Goti chiede alla Soprintendenza
di rivedere il provvedimento risiedono in considerazioni che partono dalla
conformazione stessa del territorio comunale, che si estende per circa 64 km
quadrati in gran parte alimentati da rete idrica proveniente dai serbatoi di
accumulo gestiti dall’Alto Calore ma anche in piccola percentuale da rete idrica alimentata dal citato condotto
Carolino. Proprio le utenze interessate
dalle comunicazioni della Soprintendenza e storicamente alimentate dal
Carolino, gravano in agglomerati rurali privi di condotte idriche. La
situazione, si legge nel testo dell' atto di giunta, è stata più volte
segnalata all’Ente gestore che, quindi, ne è perfettamente a conoscenza. Per la
risoluzione della problematica l'Ente gestore ha concesso a detti cittadini la fornitura di
acqua precaria non potabile e puntualmente ha richiesto il pagamento del canone
mediante versamento su modello F23 – pagamento che essi hanno onorato. La
improvvisa rescissione di tali concessioni creerebbe gravi disagi e
giustificata protesta da parte della
popolazione che si troverebbe nell’impossibilità di ricevere un bene di
primaria importanza e necessario per il vivere civile. Va comunque precisato,
che il Comune saticulano, già in passato, in conseguenza delle crisi idriche
che hanno interessato e sicuramente interesseranno ancora l’acquedotto
Carolino, ha attivato, a proprie spese, un campo pozzi alla località
Molino-Viparelli dal quale sono state immesse, ciclicamente, grandi quantità di
acqua nel citato condotto. Di tanto, si
legge ancora nel testo della delibera, hanno beneficiato oltre che i cittadini
santagatesi anche gli altri comuni interessati dall’attraversamento del
condotto, oltre che la Reggia di Caserta che, diversamente, sarebbe rimasta
priva di risorsa idrica. Inoltre si evidenzia come l’acquedotto Carolino, le
cui sorgenti si trovano in territorio della Provincia di Benevento, attraversi
proprio il territorio della città di Sant'Agata de'Goti in uno dei suoi tratti
più lunghi. Ciò premesso la Giunta Comunale della città di Sant'Agata de'Goti
confidando nella sinergia istituzionale che ha sempre caratterizzato i rapporti
tra i due Enti auspica che la Soprintendenza possa rivedere i propri
provvedimenti e garantire un servizio essenziale alle popolazioni interessate,
evitando così un disagio igienico-sanitario a molte aree rurali prive di
condotte idriche.
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