Sant'Agata de' Goti/ Sui fusti la scritta 'Genklene': si usava per produrre colla e Ddt

Arriva anche una nota ufficiale del Comando provinciale di Benevento della 'Forestale' a confermare quelle che sono le ormai drammatiche verità santagatesi. La terra saticulana è stata 'saziata' per anni di veleni "Grazie all’utilizzo del geomagnetometro gestito dal CFS e messo a disposizione dall’I.N.G.V - esordisce il comunicato - è stato possibile conferire concretizzazione alle informazioni confidenziali recepite dagli investigatori nelle prime fasi delle indagini, ove venivano raccolti diversi elementi che facessero ipotizzare il reiterato tombamento di rifiuti in precise aree del Sannio. Nel Comune di Sant'Agata de' Goti sono stati eseguiti puntuali sondaggi geologici in diversi terreni, molti dei quali coltivati con vasti frutteti e campi di erba medica.
Infatti all'interno di un pescheto e di un meleto, le operazioni di scavo hanno riesumato numerosi fusti (molto probabilmente tossici) da 100 e 200 litri, sepolti a partire da una profondità di 3 metri circa e fino a 10 metri, molti dei quali seriamente danneggiati, con conseguente fuoriuscita dei materiali in essi contenuti. Su alcuni fusti è stato possibile (nonostatnte il decorso del tempo) leggere alcune etichettature; in particolare alcuni di essi recavano la scritta "Genklene", ovvero la denominazione piu conosciuta del "Tricloroetano", sostanza altamente nociva per l’ambiente e per la salute umana, utilizzato come solvente industriale e costituente la base di produzione di colle, inchiostri e D.D.T. Il Tricloroetano è stato bandito dal commercio nel 1996 con il protocollo di Montreal, in quanto ritenuto uno dei maggiori responsabili del buco dell’ozono. Ovviamente tali ipotesi dovranno trovare conferma nei campionamenti ed esiti analitici esiguiti in campo dal personale Arpac. Gli scavi sono stati effettuati fino ad una profondità di 40 mt, attraverso l’impiego di una trivella geologica fornita dal Comune di Sant’Agata de' Goti. In alcuni punti ed in particolare nella stessa area in cui sono stati rinvenuti i fusti tossici, la perforazione geologica ha permesso di intercettare a 25 metri una inequivocabile falda acquifera di risalita; pertanto anche in merito si resta in attesa di conoscere gli esiti dei campionamenti. Appare opportuno precisare - prosegue la Forestale - che le operazioni di rinvenimento di rifiuti tombati, sono state eseguite anche grazie alla fattiva collaborazione delle locali Stazioni forestali, dei comuni interessati alle aree sottoposte a sequestro (i quali hanno fornito la strumentazione tecnica per l’esecuzione dei sondaggi), dei tecnici dell’Arpac sino alla preziosa collaborazione fornita dal personale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Le attività proseguiranno - la conclusione - ancora nei giorni successivi, al fine di far emergere in tutta la loro drammaticità ulteriori episodi di scempio ambientale, avverso i quali troppo spesso oramai il Corpo Forestale dello Stato è chiamato a contrastare, mediante l’impiego di conclamata esperienza in materia e la messa in campo di sofisticate e moderne attività info-investigative". Si ricorda come la velenosa gamma di rifiuti comprenda anche pezzi di carrozzeria, con tanto di oli esausti quale contorno, risultanze edilizie, materiale sanitario e rifiuti urbani.

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