Airola: Emmanuela Fucci, la super nonna

(Giuseppe Fortunato da "Il Sannio Quotidiano")
Un sorso di vino, appena sveglia, prima di fare colazione con i classici latte, orzo e fette biscottate. Potrebbe vivere in questa abitudine, conservata fino ad un paio di decenni or sono, l'elisir di lunga vita della super nonnina airolana. Qualche giorno or sono ha tagliato l'ambito e raro traguardo dei cento anni la signora Emmanuela Fucci. Abbracciata dall'affetto delle figlie, dei nipoti e dei pronipoti, nonna Emmanuela ha brindato al prezioso traguardo: intatta signorilità, pienamente autonoma, lucida nei sensi. Il tempo non pare averne oltremodo scalfito la persona: immancabile l'estetista a domicilio con settimanale cadenza, immancabile il tacchetto tre centimetri – condicio sine qua non “per sentirsi donna”.
Vedova da 18 anni dell'imprenditore edile Giuseppe Del Tufo – figura alquanto nota nell'ambiente cittadino – dall'amore con questi ebbero a nascere le due figlie Francesca e Giustina. Ma lei, in fondo, mamma già lo era stata – tanti anni prima – dei suoi cinque tra fratelli e sorelle: orfana di papà Michele in tenera età, aveva affiancato la madre nel ruolo di capofamiglia. Ma la vita non aveva ancora cessato di chiederle di essere qualcosa in più, oltre a madre e moglie. E' la guerra d'Africa a chiamare al fronte il marito e lei, ancora una volta, non si sottrae all'onere di supportare la causa della famiglia: opererà come sarta – lo farà fino a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta: una figura di riferimento nel settore che farà da maestra a tante allieve che volevano apprendere la specifica arte. Una vicenda personale ricca, con il consueto alternarsi di buio e luce, sicuramente baciata dal Divino. E' ancora una fanciulla Emmanuela quando contrae la tubercolosi. Sta male, è sdraiata nel suo letto quando le compare – ai piedi dello stesso – una fanciullina che le garantisce “Non preoccuparti, tu guarirai”. Così sarebbe stato: quella fanciulla era Santa Maria Goretti.

Commenti