Cani avvelenati, allarme in Valle Caudina

(Sannio Quotidiano 22 Febbraio 2018)
Cuccioli rinchiusi all'interno di buste e scagliati via, come fossero comune immondizia. E, poi, le immancabili polpette al veleno, portatrici di morti lenti ed atroci. E' nuovamente allarme in Valle Caudina alla voce maltrattamento animali. Da Montesarchio a Moiano passando per Airola, le volontarie delle associazioni animaliste si ritrovano a combattere un nemico – troppo più grande rispetto alle loro forze - che si nutre di una diffusa inciviltà e di Istituzioni che, da questo punto di vista, non sono costantemente collaborative. E' stata una donna di Montesarchio, Anna Franco, a donare un barlume di speranza ad un bastardino: la donna lo ha rinvenuto agonizzante, ieri mattina, lungo via San Martino. Lo stesso presentava segni di avvelenamento e la donna, dopo che davanti alla bestiola erano sfilate ore di auto e di persone, lo ha preso letteralmente in braccio accompagnandolo presso un veterinario. Il quadrupede è in cura e balla sul filo sottile di un destino alquanto incerto: la volontaria Simona Nazzaro, intanto, lancia un appello alla gente comune al fine di aversi un supporto nel pagamento delle cure. La stessa, inoltre, annuncia come oggi stesso provvederà a sporgere denuncia contro ignoti ritenendo più che fondata la possibilità che altre esche possano essere disseminate al suolo. Pochi chilometri più in la e l'allarme-veleno è ancor più pressante. Come ci fa presente una delle attiviste di “Cuori randagi”, infatti, gli avvelenamenti si susseguono ravvicinati. Gli ultimi della serie, registratisi a Moiano, riguardano due bestiole di meno di un anno ospitati all'interno di un terreno privato. “Avvelenare è diventato troppo facile”, sussurrano voci preoccupate che vengono da ambienti animalisti. E, soprattutto, impune. A meno che, infatti, non si giunga ad estremi quali quelli di Sciacca, le morti animali passano quasi sempre inosservate alle antenne inquirenti e alla sensibilità collettiva.

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