Sant'Alfonso, niente raggi e tac: come si fa in Pronto soccorso?

(Sannio Quotidiano 5 Dicembre 2018)
C'è una situazione di possibile (nuova) emergenza che si sta generando presso il “Sant'Alfonso Maria de' Liguori”. Una ulteriore. Scongiurato (per ora) il rischio connesso al declassamento del Pronto soccorso in Punto di primo intervento; tamponata l'emergenza anestesisti – i due dirigenti medici non “rinnovati” a Sant'Agata de' Goti sono stati rimpiazzati da due colleghi in arrivo dal padiglione del “Rummo” - una nuova criticità pare essersi conclamata nelle ultime ore. Fonti prossime alla struttura di contrada San Pietro, infatti, parlano di una sofferenza che sta riguardando “Radiologia” ed il “Laboratorio analisi”. Con riguardo al primo dei due settori, in particolare, sembrerebbe che, in aggiunta alla Tac fuori servizio già da diverse settimane, si sarebbe affiancato il doppio ko che avrebbe colpito i macchinari per l'effettuazione di lastre e raggi vari. In questo momento, quindi, se sono corrette le informazioni giunteci e se non si è provveduto a riparazioni in tempi-record, il Pronto soccorso, qualora se ne avesse la necessità, non potrebbe appoggiarsi al servizio radiologico. Sospetta frattura di un polso? Possibile segnale di polmonite? In entrambi i casi non sarebbe possibile ricorrere alla indagine per immagini. Come sembrerebbe, a funzionare sarebbero solo le ecografie: per il resto, il reparto di Radiologia non sarebbe in grado di supportare le emergenze di Ps. Ps presso il quale, si ricorda, non si può giungere attraverso ambulanza – essendo il Sant'Alfonso fuori dalla rete emergenza – bensì solo attraverso mezzi propri. I guai, però, arrivano sempre in compagnia. Oltre a questo problema – radiologico, come detto – ve ne sarebbe connesso un altro riguardante il servizio del laboratorio analisi. Quest'ultimo settore, che opera all'interno della struttura ospedaliera ma che è di giurisdizione Asl, avrebbe comunicato la impossibilità, causa rottura specifico strumento, di eseguire l'esame della troponina. Si tratta, in particolare, del principale enzima cardiaco cui si fa riferimento in caso di presunti infartuati. Il servizio di Pronto soccorso, quindi, allo stato, in mancanza di questi importanti supporti, rischierebbe di funzionare in modo non esattamente completo. 

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