(Sannio Quotidiano 9 Settembre 2019) Le polveri della cava. Il possibile danno a carico della salute dell'uomo ma anche quello che potrebbe subire il contesto immobiliare.
C'è nuovamente apprensione tra Durazzano, Sant'Agata de' Goti e la Valle di Suessola a causa delle evoluzioni in materia “estrattiva”.
Evoluzioni che potrebbero portare all' “apertura” di una cava in località Fossa delle Nevi. Le preoccupazioni, tuttavia, giusto per cogliere un dettaglio entro la questione più ampia, attengono anche il tema della viabilità.
Le cave, infatti, per prendere forma, pretendono anche una infrastruttura viaria adeguata alle esigenze del caso. Strade ampie, larghe, con alternative in termini di percorribilità. Tutto il contrario di quello che si registra a servizio di Durazzano.
Ammesso che gli articolati ed i trasporti eccezionali vari non potranno “salire” da Cervino (dove la Provinciale ha una pendenza eccessiva e troppe curve a gomito), l'unica soluzione è quella che prevederebbe un accesso dei mezzi dalla Sant'Agata-Durazzano. Da dove?! Ebbene si, proprio dalla Sant'Agata-Durazzano.
Una tratta che già ora, di per se, incarna una chiara criticità con la sua conformazione stretta, ad imbuto. Unica arteria di collegamento da e verso il paese dell'eolico, la tratta in alcune sezioni di essa non consente neppure l'incrocio contemporaneo tra due auto.
E che dire, poi, delle piogge appena più abbondanti che la rendono un fiume di terriccio e di fango? Ci mancherebbero solo un andirivieni aggiuntivo di qualche decina di articolati (al giorno) e la frittata sarebbe fatta.
Vogliamo parlare, poi, del Centro urbano di Sant'Agata de' Goti? Come si farebbe in corrispondenza dell'angusta rotonda Caudina-Sant'Antonio Abate? Prima di ipotizzare solo in modo remoto attività estrattive a “Fossa delle Nevi”, quindi, qualcuno si è mai domandato, ha valutato come diavolo farci arrivare i carichi?
O, forse, i tir si serviranno, per raggiungere “Fossa delle nevi”, di elicotteri e di bacchette magiche?
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