“Quale è lo stato di salute del territorio regionale e provinciale?
Non v'è molto di cui discutere, la Campania deve voltare pagina.
Non è uno slogan elettorale - meglio dirsi, per onestà - non è solo questo.
E' anche una esigenza vitale.
Il quinquennio è stato fallimentare, la Campania sta conoscendo una inversione rispetto a tutti gli aspetti centrali”.
Così Angelo Feleppa, Segretario regionale di “Alleanza di centro”, in una riflessione particolarmente incentrata sulle vicende provinciali.
“Un fallimento rispetto ad ogni punto di vista – insiste Feleppa - Da quello sanitario, con promesse che vengono oggi riproposte modalità copia-incolla rispetto a quelle della campagna elettorale 2015.
Sant'Agata, San Bartolomeo, Cerreto, il San Pio: quello che erano quello sono restati.
Anzi, con parecchi "pezzi" in meno.
Non siamo cresciuti, per il resto, in visibilità, non abbiamo conosciuto nuovi insediamenti.
Le grandi opere? Non pervenute.
Solo proclami e show a mezzo web.
Lo sviluppo che non c'è, che è restato al palo.
Nonostante le risorse economiche ingenti che erano state riservate dall'Europa alla Campania e che non sono state spese.
Ammonta a ben 3,6 miliardi di euro la somma che, a Maggio 2020, la nostra Regione non era ancora riuscita a utilizzare.
Somme della Programmazione 2014-2020 afferenti il Fse, il Fesr stanziati dalla Ue per lavoro, ricerca, energia, infrastrutture, cultura”.
“Benevento città rispecchia in piccolo questo stato di cose – spiega ancora Feleppa che è anche consigliere comunale in seno al parlamentino cittadino - una città ferma, senza un motore propulsore.
Attrattiva di nulla se non degli interessi legittimi di imprenditori che hanno “puntato” Ponte Valentino per il progetto biodigestore.
E, si badi, queste possibilità sono state rese possibili dalla stessa Regione Campania e, in particolare, dalla maggioranza De Luca che non ha reso esecutiva la legge 14 del 2016 da essa stessa approvata.
Con quella norma a regime, non vi sarebbero stati i presupposti per ipotizzare tali investimenti
Ma, al di la delle inadempienze regionali, vi è stata anche, a livello di Dirigenza Asi, una scelta ben precisa e la chiara volontà politica di impiantare il biodigestore nella zona industriale di Benevento.
Perchè la Dirigenza, ripetiamo, avrebbe potuto sin da principio opporre il suo no.
Ed, invece, ha autorizzato subordinando l'approvazione ai pareri tecnici.
Sul tema rifiuti, pertanto, va ricercata, per legge, la strada della indipendenza nella gestione da parte di ogni singola provincia.
Una soluzione che sarebbe anche un “calmiere” di prezzi oggi effettivamente insostenibili.
Quanto a prospettive immediate, il grande obiettivo è e deve essere quello legato all'industria del turismo e delle produzioni nostrane.
Il nuovo Governo regionale dovrà realizzare una cabina di regia che sia deputata a mettere a sistema le varie potenzialità che sono proprie dei nostri paesi.
Da quelle storico-architettoniche a quelle paesaggistiche passando per quelle eno-gastronomiche.
Il Sannio deve superare i campanilismi, deve imparare a ragionare da macroaerea.
Deve superare le divisioni.
Solo in questo modo potrà porsi quale interlocutore dei grandi soggetti del turismo che, ora come ora, "discutono" quasi esclusivamente con la fascia costiera.
E, si badi, produzione e turismo sono ambiti che possono interagire fondendosi ed integrandosi.
E dando vita a quello che potrebbe essere il “brand” Sannio.
In definitiva – chiude Feleppa – La nostra terra deve ribaltare la sua prospettiva.
E lo può fare solo attraverso una presa d'atto dei sanniti stessi rispetto alle ricchezze ed alla forza che sono capaci di esprimere attraverso le proprie competenze ed attraverso il proprio territorio.
Non possiamo continuare a dare consenso a chi da decenni è accomodato sulle più diverse poltrone.
Solo in tal modo, considerando l'incapacità politica di quanti ci rappresentano, si potranno tutelare le ragioni del territorio”.
“Altro tema imbarazzante ed emblematico di una gestione cittadina approssimativa – incalza l'anche esponente di Palazzo Mosti – è quello relativo alla presenza di tetracloroetilene nelle acque a servizio dei quartieri Ferrovia, Libertà e Centro storico, ad uso potabile, afferenti i pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni.
Per l'Amministrazione Mastella non sussistono problematiche laddove, tuttavia, uno stabilimento della zona industriale, con percentuali esattamente dimezzate, ha interrotto la produzione.
Anche questo episodio particolare è emblematico di una gestione contraddittoria ed approssimativa della Città di Benevento.
Invochiamo, pretendiamo chiarezza e trasparenza: la città ha il diritto di conoscere i fatti, tanto più su un argomento delicato quale quello della salute pubblica.
Ci facciano comprendere quali siano le reali condizioni della risorsa pubblicando i dati relativi alle analisi ed al monitoraggio.
Riallargando il discorso, per il Segretario regionale AdC, “il Sannio è stato trattato da cenerentola della regione, con le zone geograficamente più disagiate a pagare dazio maggiore.
Il Sannio – ancora - deve scrollarsi di dosso zavorre che si trascina da decenni, che hanno nomi e cognomi precisi, che saltano con indifferenza glaciale e con abilità olimpionica da destra a sinistra in funzione delle personalissime convenienze di ordine politico”.
Una riflessione anche con riferimento alle prospettive di sviluppo “Per quel che riguarda tale discorso, riteniamo che la grande industria possa anche rappresentare una prospettiva di crescita.
Ma è un passaggio che pretende quella grande infrastrutturazione di cui oggi il territorio difetta.
Ora come ora, il Fortore è raggiungibile con tempi da mulattiera, così come sono significativi i tempi di percorrenza della Benevento-Caserta o della Benevento-Napoli.
Per questo, riteniamo che sia ancora remoto l'orizzonte di dare contenuti ai vari Pip realizzati in provincia e che, ad oggi, per lo più, sono cattedrali nel deserto.
Ma il potenziamento delle infrastrutture viarie non è requisito funzionale solo allo sviluppo industriale ma indispensabile al movimento di persone che quotidianamente hanno l'esigenza di spostarsi per studio e per lavoro.
Come si può comprendere, il Sannio, rispetto ad una ampiezza di discorsi – chiude Feleppa - non è avanzato con determinati protagonisti alla guida. Anzi, è regredito.
Non si può continuare a premiare gli stessi personaggi.
Perchè, in tal caso, si passerebbe dallo status di parti lese a quello di complici"
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