Punto da un calabrone, salvato al Sant'Alfonso

Una giornata che si profilava scivolare normale nel raccogliere uva ed assecondando quello che è uno dei momenti tipici scanditi dai campi. Una giornata normale, come detto, che stava per tramutarsi in tragedia. È stato strappato alla morte all'ospedale Sant'Alfonso Maria de' Liguori di Sant'Agata de' Goti - riferimento che, ancora una volta, nonostante il ridimensionamento e la cura dietetica a cui è stato forzosamente sottoposto, continua a testimoniare quotidianamente il valore ed il senso della sua esistenza. Ebbene, si diceva. Un 70enne di Melizzano era impegnato nella raccolta dell'uva quando d'improvviso è stato punto da un calabrone, vespide che in soggetti predisposti può determinare conseguenze anche letali a seguito dell'insorgenza di uno shock anafilattico. Ed è proprio quello che si è verificato nel pomeriggio di Venerdì quando l'uomo, dopo essere stato punto, avrebbe iniziato ad avvertire un diffuso malessere. A quel punto, come da informazioni che sono giunte alla nostra attenzione, il medesimo, stante il progredire della sintomatologia che includeva anche un gonfiore in corrispondenza delle prime vie aeree, ha deciso di farsi accompagnare in ospedale da persone che erano in sua compagnia. L'azione è stata assolutamente provvidenziale: tempo 15 minuti e l'infortunato ha raggiunto il nosocomio di Contrada San Pietro in una condizione di accentuata difficoltà respiratoria a causa della reazione che aveva tra le altre determinato un edema in zona faringea. Circostanza che, di fatto, poteva, in mancanza di intervento sanitario, tramutarsi in tempi brevi in una situazione di asfissia. Il personale medico ed infermieristico presente a Sant'Agata de' Goti ha azionato immediatamente la necessaria terapia - essenzialmente a base di infusione di cortisone per via endovenosa - che ha permesso di far rientrare la condizione di problematicità salvando di fatto la vita all'uomo. Superata la fase acuta, il 59enne è stato in via precauzionale ricoverato in reparto. Ancora una volta l'ospedale saticulano si pone come determinante nel fare la differenza tra la vita e la morte. Una linea sottilissima che corre sul filo dei minuti se non degli istanti: cosa sarebbe capitato se la puntura del calabrone fosse occorsa in un orario di chiusura del Pronto Soccorso? I tempi più lunghi per raggiungere Benevento dalla Valle Telesina e anche i tempi comprensibilmente diversi di ingaggio presso gli ospedali beneventani avrebbero parimenti tutelato dal rischio morte la persona in questione? Il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Sant'Agata de' Goti, per la sua posizione strategica, che ancora di più sarà amplificata dal completamento della Fondovalle Isclero, consente a diverse decine di migliaia di persone distribuite tra i Comprensori caudino e telesino di raggiungere il luogo delle cure in regime di emergenza in tempi non superiori ai 10-15 minuti. Sono queste e solo queste le valutazioni che si dovrebbe andare a porre in essere.

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