Gli alunni del 'De Liguori' salutano il dirigente De Rosa

Sant'Agata dei Goti  Lo scorso sabato 11 Giugno il cortile del "De' Liguori" di Sant'Agata de' Goti ha ospitato la manifestazione per il pensionamento del caro Preside De Rosa, che ha visto presenti alunni, insegnanti e genitori. Prima del saluto finale al dirigente da parte dei ragazzi, vi è stata la presentazione di alcuni PON e corsi extrascolastici, per porre l'accento sull'operato di alunni e docenti, coerentemente con la politica attiva che da sempre ha contraddistinto il dirigente. Infatti, il "De' Liguori" di De Rosa non è mai "rimasto indietro", si è sempre adattato alle nuove metodologie didattiche, conformi alla società odierna, per assicurare ai suoi studenti un'adeguata preparazione per il futuro. Nei trent'anni di lavoro del dirigente, l'istituto è nato, è cresciuto, superando prove non banali e affermandosi sempre come sicuro punto di riferimento nel territorio; ha raggiunto risultati brillanti in diverse competizioni regionali; ha preso parte al progetto regionale di SITI REALI E RESIDENZE BORBONICHE "Percorsi d'acqua: alla riscoperta dell'acquedotto Carolino e del territorio del Sannio", distinguendosi per la realizzazione di opuscoli storici, plastici e guide turistiche da parte degli alunni, a prova della poliedricità delle conoscenze acquisite. Insomma, senza dilungarsi troppo, si può tranquillamente affermare che il Preside De Rosa ha dotato Sant'Agata di una scuola moderna, efficiente e davvero degna di questo nome. Quindi, sui versi del XXVI Canto dell'Inferno dantesco, è stato detto il più sentito grazie a colui che, prima che docente e dirigente scolastico, è stato un insegnante di vita, un esempio di come la cultura sia la base essenziale e necessaria per far sì che un essere umano diventi un uomo. Da qui il paragone con l'Ulisse dantesco su cui gli alunni del "De' Liguori" hanno insistito. "…Infatti, non basta aver assimilato sapere per essere una persona di cultura. Per esserlo bisogna fare cultura e ciò implica modellare le nozioni acquisite intorno ai nostri principi. La capacità di fare cultura implica la disposizione mentale a non pensare mai di essere giunti alla conoscenza assoluta, ma di porsi sempre con un atteggiamento curioso nei confronti di ciò che ci circonda. L'uomo di cultura è essenzialmente un curioso, proprio come Ulisse del XXVI canto dell'Inferno dantesco, che fa emergere il suo lato coraggioso, desideroso di conoscenza e verità. L'Ulisse dantesco è un viaggiatore che cerca il nuovo, anzi l'ignoto. E Lei, proprio come il personaggio mitologico, continua a proiettarsi verso nuovi orizzonti del sapere…" . Queste le parole che i ragazzi hanno voluto dedicare al loro Preside, che commosso ha affidato le sue riflessioni ad un libro, "Ciao ragazzi", donato ai partecipanti. Una mattinata, dunque, all'insegna di ricordi, commozione e addii, ma anche di sorrisi e soddisfazione per la reale consapevolezza del più grande insegnamento del Preside De Rosa: "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza".

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