Il ristorante interattivo





E’ nato il primo ristorante interattivo: hi-tech, che si coniuga al gusto,il che non guasta. All'Inamo Restaurant, nel cuore di Soho, a Londra, si viene per curiosità, ma poi si scopre che si può gustare anche un’ ottima cucina panasiatica (..a chi piace il genere..).
La pubblicità del locale parla di ordini che si possono effettuare ‘da remoto’. Significa che non verrà ilcameriere con il bloc notes a prendere l’ ordinazione ma a questo si provvederà da soli grazie al tavolotouch screen. Bastano due dritte del personale addetto e per chi ha un minimo di dimestichezza nello scorrere il menù di qualunque telefonino, il gioco è fatto.Basta la leggera pressione del dito sul tavolo, come si cliccherebbe sul mouse, e si aprono schermate diverse. Sembra una cosa per giovani e invece la prima impressione è che sia meravigliosa anche per chi non è un falco: le fotografie presentano scritte grandi per la descrizione delle pietanze. A caratteri cubitali l’ avviso di non aspettarsi che le pietanze arrivino nell'ordine in cui sono state richieste. Vuoi spiare cosa avviene in cucina? Basta cliccare sull'icona rappresentante la webcam e si assisterà in diretta all’ attività degli chef. Il tempo medio di attesa è di venti minuti.Nel frattempo le luci proiettate sul tavolo fanno ‘ruotare’ le tovaglie e, se la noia ti assale, c’è sempre la possibilità di scegliere nel menu interattivo giochi, informazioni su Soho e indicazioni stradali. Grazie alla informatizzazione anche dei locali del dopo cena è possibile programmare, sempre attraverso il fido tavolo interattivo, il prosieguo della nottata, a partire dalla chiamata via web del taxi. Alla fine la pietanza arriverà in un classico piatto di ceramica, portata dalle gambe di un cameriere in carne ed ossa, e non su un nastro trasportatore o a bordo di raggi x. Il conto, controllabile in tempo reale grazie al touch screen, non è da infarto. Si ritrova un ottimo rapporto qualità prezzo, sempre considerando gli standard londinesi. Ma, c’ è sempre il ma. I commensali, anche quando arrivano non da soli, finiscono per inforcare le cuffie in dotazione per vivere al meglio l’ interazione, rimanendo, spesso e volentieri, in quella condizione anche durante il pasto. Un atteggiamento di auto isolamento che alla fin dei conti ci porta a preferire, di gran lunga, l’ Italia e le sue veraci trattorie.

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