Mutazioni finiane

Giuseppe Fortunato -25 04 2010- Che la politica non sia il regno della coerenza, è cosa nota. Ed è cosa ancor più nota e risaputa che essa si fondi poco sui pilastri degli ideali, e tanto su quelli dell’ opportunismo. Detto questo, se qualche anno fa ( forse più di qualche), mi avessero chiesto il nome di un politico meritevole di stima, per coerenza ed ideali, non avrei esitato a fare il nome di Gianfranco Fini. Inconsapevole, però, che il fatidico ‘senno di poi’ avrebbe in parte smorzato i miei entusiasmi.Le vicende del buon Gianfranco disegnano una parabola che sorge a destra, ma tanto a destra, sotto l’ ala protettrice di un certo Almirante, per cadere Dio solo sa dove. Ma facciamo un bel passo all’ indietro, un salto a ritroso di ben 33 anni.Nel 1977, infatti, l’ attuale onorevole Fini divenne segretario nazionale del Fronte della Gioventù, per volontà di Giorgio Almirante. Al congresso giovanile era arrivato quinto su sette eletti nella segreteria; fu Almirante, d'autorità, a sceglierlo, come prevedeva lo statuto, segretario. Nella sua mente lo aveva già designato come erede. A Predappio il giovane Gianfranco marciò impettito al fianco di Almirante a celebrare il centenario di Mussolini. Alcune sue frasi furono assolutamente inequivoche. Il 19 agosto del 1989, all’ indomani della morte di Almirante, ebbe a dire :’’Credo ancora nel fascismo, sì, ci credo’’. Ed ancora il 30 settembre del 1992 ‘’Mussolini è stato il più grande statista nel secolo. E se vivesse oggi, garantirebbe la libertà degli italiani’’.Nel frattempo Sorrento aveva assistito alla sua elezione a segretario del MSI, parte soccombente facente capo a Rauti e Servello, e nella carica resterà fino al 1995, fatta salva una parentesi rautiana nel 1990. Il 1995, appunto. L’ anno nel quale si ebbe a Fiuggi la celeberrima svolta che portò alla trasformazione del MSI ed alla ascesa dell’ attuale presidente della Camera dei Deputati ai vertici di Alleanza Nazionale. Lo scopo era quello di spogliarsi dai residui post fascisti che tanti ancora vedevano nel vessillo del vecchio partito.Quel passaggio fu mal accolto dai vecchi nostalgici di destra che, certo, non fecero saltare i tappi di champagne. Il processo di ravvedimento politico-etico di Fini è più che mai in itinere: il 27 gennaio 1995, in occasione del primo congresso AN, ribaltò nettamente le considerazioni di anni prima: «È giusto chiedere alla destra italiana di affermare senza reticenza che l'antifascismo fu un momento storicamente essenziale per il ritorno dei valori democratici che il fascismo aveva conculcato ».Il decollo della carriera di Fini, in ogni caso, è più che avviato.Aldilà delle prime elezioni alla Camera dei Deputati già intervenute nel 1983 e nel 1987, sarà la candidatura a sindaco di Roma a consacrarne l’ascesa. In quella circostanza importanti furono le parole di appoggio da parte di Silvio Berlusconi, novello politico. Nell'estate del 2006 Fini ,ennesima mannaia per i nostalgici, annunciò l'imminente eliminazione della fiamma e della scritta "M.S.I." dal simbolo di Alleanza Nazionale, ponendo come ‘ultimatum’ le elezioni europee del 2009.Tre anni prima il Fini anti-fascista, nel corso della visita in Israele, tuonò delle ‘’infami leggi razziali volute dal fascismo’’come‘’male assoluto’’. Prima di approdare agli estremi della quasi rottura odierna con Silvio Berlusconi, sono da sottolineare altre posizioni su questioni etiche, motivo di ripetute polemiche con gli uomini del suo stesso partito. Nel dicembre 2006, Fini si dichiarò a favore di un interventolegislativo per garantire pari diritti alle coppie di fatto, anche omosessuali, rivelando in tal modo di aver modificato le proprie opinioni rispetto alle esternazioni del 1998 in cui aveva negato a quest’ ultimi la possibilità di insegnare nelle scuole e l'equiparazione con le famiglie eterosessuali. Nell'ottobre 2003, Fini espresse la proposta di concedere il diritto di voto, alle elezioni amministrative, agli immigrati regolari. Senza omettere di menzionare almeno i polveroni suscitati dalla questione RU486 ed il biotestamento.La storia contemporanea è ben nota e cade in un momento in cui il Pd sembrava realmente avere poche possibilità di fronteggiare degnamente un Pdl compatto.Ma alla fin fine quel Pd è il gran beneficiario della bagarre interna il Pdl. I numeri usciti dal Direttivo nazionale del partito sono schiaccianti per Gianfranco Fini, costretto a patire quel che è un voto contrario alle sue posizioni da parte di circa il 92% degli aventi diritto. Vecchi fedelissimi come Gasparri e La Russa sono oramai più forzisti che alleatini. Il dito puntato contro Berlusconi, sfoggiato nella ‘rissa’ con il premier, nonché la gestualità nel suo insieme, tradiscono nel Presidente della Camera un atteggiamento di fortissima insofferenza e polemica nei confronti del cavaliere che, non si capisce come possa essere compatibile in seno alla medesima formazione. Anche alla luce dell’ invito rivolto al Presidente della Camera ad abbandonare la poltrona . Discorso che apre un paradosso perché l’ argomento, ovvero la eventuale sfiducia del presidente della Camera, non trova disciplina alcuna in seno al diritto costituzionale. L’ unica strada esperibile sarebbe, al limite, quella delle dimissioni volontarie ma Fini, da quell’ orecchio, non sente. La situazione odierna non cade,per tanti, come un fulmine a ciel sereno..la macchina dei rapporti Fini-resto del mondo già aveva accesso spie di malfunzionamento nel corso degli anni. Non dimentichiamo che, a titolo d’ esempio, dopo la nascita del Pdl Fini segnalò la possibilità che An non ve ne facesse parte, giudicando confuso il modo in cui il soggetto era nato . Due considerazioni finali: abbiamo tutti il chiaro sentore che Gianfranco Fini sarebbe stato il futuro leader del Pdl una volta uscito dalle scene l’ attuale leader. Era necessaria solo una certa qual dose di pazienza ma, fondamentalmente, il gioco avrebbe valso la candela. Seconda considerazione: chi è Gianfranco Fini??..tante le ipotesi: che sia ancora quello di Sorrento e della fase ante-Fiuggi, o è quello di oggi che quasi strizza l’ occhio a Bersani.?? E’ un uomo che crede in qualcosa che sa essere impopolare e anacronistico, o, perché no, ancora,è semplicemente un ravveduto..??


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