1000 a.C.:il viaggio dei giovani Sabini e l' alba del Sannio

3000 anni or sono i Sabini, in ottemperanza al rituale del ver sacrum, si spostarono dal nord dell’ Italia verso il sud della penisola lungo la dorsale appenninica. La migrazione li porterà, attraverso successivi, periodici spostamenti a giungere fino all’ attuale Reggio Calabria. Il rituale del ver sacrum veniva celebrato in occasione di calamità o di momenti difficili, e consisteva nell'offerta agli dei di animali e dei figli primogeniti nati dal 1° marzo al 1° giugno (o, nel caso dei Sabini ,quelli nati dal 1° marzo al 30 aprile).

Gli animali venivano effettivamente immolati mentre i bambini, giunti all'età dell'adolescenza, venivano ‘sacrificati’ nel senso di fatti migrare per formare una nuova comunità; in questa maniera nasceva un nuovo popolo.
La migrazione era guidata da un totem, o animale-guida, che veniva liberato in testa al gruppo di giovinetti destinati alla forzosa migrazione e i cui movimenti venivano interpretati per trarre auspici e direzione del viaggio. Nel corso di uno di questi spostamenti, ed in ottemperanza al detto rituale, una parte di giovani sabini, formata da circa 7.000 unità, dovette staccarsi dal più folto gruppo per arrestare il proprio cammino nei pressi del colle Samnis (l’ attuale Pietrabbondante in Molise). La denominazione sannita deriva, quindi, dal nome del colle. Quell’ originale nucleo di Sanniti si suddivise poi in quattro ulteriori rami:Saraceni, Pentri, Irpini e Caudini. Sono quest’ ultimi ad aver fondato le città di Caudium (Montesarchio), Telesia e Saticula. Ovviamente i processi sopra esposti sono il frutto di centenari eventi e piccole storie, oggetto a loro volta di ampia letteratura ma che, in questo contesto, vengono necessariamente riassunti in modo schematico. In seno all' attuale Sannio Saticula aveva già nel 700 a.C. una conformazione urbana, prima tra tutte le altre comunità sannite. La sua precocità era da ricercare nella posizione urbana estremamente strategica che l’ andava a collocare in prossimità delle vie di comunicazione che congiungevano la valle caudina ai territori della Mesogeia, dove già fiorivano realtà quali Calatia, Suessula e Capua. Ai caudini si aggiunse, nel forgiare la nascente realta’sannita e saticulana, in particolare, l’ influsso della cultura ellenica. I greci, verso l’ ottavo secolo a.C. sbarcarono sulle coste campane inoltrandosi, per interessi commerciali, fino al Sannio, entrando in contatto con le locali popolazioni. I saticulini poterono apprendere da essi elementi nuovi e sicuramente più evoluti in campo sociale, culturale, nelle arti, negli usi ed in materia economica. Anche le tecniche agricole si innovarono grazie all’ influenza greca. In modo particolare si ebbero elementi di novità per quanto riguardò la coltivazione della vite, come la potatura razionale. I greci furono i progenitori di vini che oggi si producono quali l’ aminea gemina (greco), la vitis haellenica (aglianico), e l’ appiano (fiano). Nel 700 a.C., sempre con riferimento all' attuale Sant'Agata dei Goti, si ebbe già un primo nucleo urbano che, verso il 600-500 a.C., dovette subire un ulteriore ampliamento allungandosi fino al territorio corrispondente alle odierne Torretta e Migliara. In quel periodo, infatti, si ebbe l’ insediamento in quelle zone di genti etrusche foriere di ulteriori esperienze che contribuirono alla progressiva crescita dalla cittadina.

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