HIV: non abbassare la guardia

HIV: le modalità di trasmissione
Redazione Salute L’ AIDS non è stato ancora debellato, ma è  la stessa piaga che, in modo trasversale, pugnala uomini e donne, ragazzini ma anche over 50.
Già, proprio quest’ultima categoria di età sarà, dicono gli esperti, nel giro di massimo un lustro, la fascia  più colpita.Ma il nostro appello oggi si rivolge ai più inesperti, agli adolescenti che pagano la colpa, non loro, di appartenere ad una generazione disinformata in tema di hiv.Dopo il boom pubblicitario di fine anni ‘80 -i nizi anni ‘90, infatti, la malattia e la relativa campagna di contrasto sembrano essere scivolati in un pericoloso silenzio. E la ‘colpa’è da ricondurre -paradossalmente- alle cure migliori, la cosiddetta HAART in primis, che hanno diminuito drasticamente il numero delle morti, allungando la sopravvivenza dei malati.Ciò ha distorto la percezione della malattia. Non si muore più uguale, quindi, al fatto che l’ AIDS sia sparito.Questo il mortale sillogismo che affolla le chiacchiere di troppi teen agers. Nella ottimistica della ipotesi, giacchè altri ne ignorano addirittura la medesima esistenza. Il dato reale è che, si, le morti sono in calo, ma non perchè non ci si contagia più, ma solo perchè si allungano i tempi di sopravvivenza. Anche trent’ anni si può vivere dopo l’ avvenuto contagio grazie alle mirabilie della medicina.Spesso anche con una normalissima qualità di vita, sebbene i farmaci abbiano effetti collaterali non irrilevanti. E sebbene i controlli devono essere tassativi e costanti. Cosa vi è di sbagliato, ora. Di errato vi è che la trasmissione non si è affatto interrotta, anzi, procede ad un ritmo, per quanto concerne l’ Italia, di 4.000 nuovi contagi ogni anno. Undici nuovi al giorno, per gli amanti dei freddi numeri e della precisione. Servirebbe una nuova campagna di sensibilizzazione mirata ad aggiornare le conoscenze dei ragazzini che si tuffano nelle loro prime avventure in modo troppo spesso inconsapevole. L’ unica arma è la prevenzione. E prevenzione vuol dire profilattico. Molte ragazzine credono che l’ esclusivo problema sia quello di scongiurare il rischio di una gravidanza e si riparano da tale possibilità facendo ricorso a rimedi naturali (coito interrotto) e pillola del giorno dopo. Che, ovviamente, non mettono al riparo dall’ AIDS. Non si deve ritenere di essere immuni perchè a me non può capitare. Niente di più errato. Così come è anche errato ritenere che l’ HIV si trasmetta solo attraverso il ‘classico’ rapporto. Tutti i rapporti sono potenzialmente a rischio. Ancora: non fidarsi delle apparenze. L’ aspetto perfettamente sano di una persona non vuol dire che essa non sia malata. Solo nella fase terminale della malattia il fisico collasserà. Ma, dal momento del contagio fino alla malattia conclamata, possono passare anche dieci anni. Ed in quel lasso di tempo si avrà le sembianze di persone perfettamente sane e non si sospetterà di essere stati contagiati. E si sarà già in grado di trasmettere il virus agli altri. Pretendete di usare sempre il profilattico nel rapporto: è l’ unica arma per difendersi. E non fidatevi del vostro partner che vi infonde tranquillità sul suo stato o sulle modalità di trasmissione della malattia. Fate anche la parte dei ‘pesanti’, ma ricordatevi che il piacere di pochi minuti può distruggere una vita. Come non ci si contagia, infine: attraverso un bacio o stringendosi la mano. La disinformazione produce estreme conseguenze: da un lato eccessiva approssimazione, dall’ altra la emarginazione spesso patita dai sieropositivi figlia, soprattutto, di una profonda ignoranza circa la questione.

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