Lampedusa va difesa dall' Europa

Gli spot quattrinati dal Governo su Lampedusa sono  belli ed accattivanti.Puzzano, però, un pò di coscienza da lavare. Perchè, dalle parti di Roma, la consapevolezza - almeno quella - di non aver tutelato isola ed isolani v'è tutta. Si badi, però: tutela non dagli immigrati - o almeno non solo da loro - bensì da un soggetto molto più pericoloso: l' Europa.Sarà un pò stridente e nazionalistica quest' affermazione, specie in epoca di globalizzazione e di frontiere che cadono.Ma è un dato di fatto. L' Europa chiede cooperazione e condivisione delle politiche di 'sviluppo' economico ed il nostro Paese ha sempre fornito il proprio appoggio, pur innescando sovente la miccia della polemica interna. Ma quando l' Italia ha bisogno dell' Europa, ecco che ci si ritrova soli. Soli a fronteggiare (anche) la questione immigrati, come se questo fosse fatto solo nostro. Ed intanto la Francia erge le barricate e le navi ONU - e qui la colpa si estende anche all' Ente planetario - si distraggono, non vedendo - nonostante i super radar di bordo - le bagnarole che affondano a qualche miglia dalla Sicilia. Ed il nostro Governo, per mantenersi tutti amici, non batte i pugni sulle scrivanie di Bruxelles. O, meglio, non è in condizione di farlo. Troppo 'ricattabili' ed in difetto da un punto di vista economico. Teniamoci, quindi, gli immigrati che arrivano sulle coste della  splendida isoletta. Gente disperata, donne incinte, uomini in cerca di una remota possibilità di migliorare. Ma che, purtroppo, compongono un fenomeno lesivo della economia locale vocata, essenzialmente, al turismo. Un calo del 90% nelle presenze registrato a Luglio con una flebile ripresa nel mese di Agosto. Poco, pochissimo per gente che vive di imprenditoria recettiva. E che, nonostante tutto, è stata anche esempio di solidarietà quando gli stranieri hanno reiniziato ad approdare in modo massiccio, con catene di solidarietà messe in piedi dalle associazioni benefiche locali. Se però, poi, al danno (o, al mancato guadagno) si aggiunge anche la beffa, ecco che si valica il pericoloso confine della umana pazienza. Ci si deve immedesimare nella esasperazione di chi non può sopportare, addirittura, la rivolta degli immigrati.Accolti, capiti sacrificando sul loro altare una stagione di guadagni. Ma la sommossa no, non si può ingoiare anche questo.Delinquenti - perchè tra tanta brava gente è statisticamente presente anche una minoranza tale - che vanno in giro a devastare l' isola non accettando di essere inquadrati nel centro di accoglienza. Sarà pur vero che gli spazi dei centri, ed il relativo comfort, non siano da Grand Hotel. Ma ciò pare essere abbastanza pretestuoso e buttato avanti - il guaio è che certa parte di stampa ci casca pure - per mascherare le intenzioni di quanti credevano, in realtà, di scorrazzare liberamente per il nostro Paese una volta approdatici. Un pò come se fossimo un' area franca e aperta agli illeciti.  E l' isolano che ha già le tasche un pò piangenti, quando a ciò deve aggiungere il timore di mandare i propri figli in giro per le stradine - fino ad oggi oasi felice - alla fine - come si suol dire - 'sbrocca' e si ribella. E non le manda a dire: non li vogliamo più. La loro amarezza è evidente ed il loro 'rifiuto' - ormai divenuto quasi violento - di continuare ad accogliere è del tutto umano. Un'isola nella quale manca anche l'ospedale - per dirne una - come può essere il crocevia di sbarchi e soggiorni? Si potrà tollerare un ulteriore danno d' immagine con compromissione anche della stagione 2012? Certo che no. L' Italia impari a farsi rispettare tutelando - nonostante le già dette debolezze - le sue creature dalla matrigna Europa.

Commenti