Io, poliziotto, nell' inferno di Roma




RASSEGNA STAMPA Da Panorama blog. Rilanciamo questa interessante intervista ad un agente di polizia in servizio il 15 ottobre in piazza San Giovanni. Il suo nome è Nicodemo De Franco, ha 57 anni ed è padre di 4 figli.Vanta un' esperienza trentennale nell' ordine pubblico: basti pensare che presta servizio allo stadio Olimpico dal 1981. Eppure, quella giornata lo ha segnato. Due dei sei minorenni arrestati li ha fermati proprio lui. «Mi è dispiaciuto pure perché non erano quelli che volevo prendere io – ha dichiarato– ma se mi tiri una pietra ti devo bloccare per forza». Il passaggio è da leggere perchè contiene spunti molto significativi. Si fa riferimento alle difficoltà in cui si opera - tra tagli di mezzi e carenze di personale - nonchè - neppure troppo velate - vengono dette verità - di sicuro - molto scomode per qualcuno.  

Quando avete capito che la situazione vi stava sfuggendo di mano? Quando ci siamo resi conto che non eravamo riusciti a isolare quelli che dovevano essere isolati.
Eppure in molti li hanno visti cambiarsi per strada, sfilare in mezzo al corteo già incappucciati, con gli zaini pieni di “armi”. Tanti cittadini sono stati addirittura malmenati nel tentativo di bloccarne la violenza contro banche e auto parcheggiate. Mi creda: anch’io mi chiedo cosa abbia frenato un eventuale intervento da parte nostra. Sia chiaro però: nella gestione dell’ordine pubblico l’ordine lo dà uno solo: il questore e il Gabinetto. Non esiste alcuna autonomia nel prendere decisioni, a parte in situazioni estremamente contingenti.
Immobili in via Cavour e scatenati in piazza San Giovanni. Quei caroselli di blindati lanciati a tutta velocità à in mezzo alla piazza non si vedevano dagli anni ‘70. Un mezzo è addirittura bruciato. Sapevate cosa stavate facendo? E’ evidente che qualcosa non ha funzionato perché un mezzo non deve mai rimanere isolato e se a bordo, invece che un uomo esperto ci fosse stato un ragazzetto alla prime armi, avremmo fatto “Genova 2”. Sui caroselli devo dire che, nonostante si sia trattato di manovre senz’altro molto pericolose, grazie alla capacità degli autisti, si è evitato che lo scontro durasse anche più a lungo di quanto è durato; quei caroselli, alla fine, non hanno fatto feriti. Chi ha pagato il conto più alto sono stati i nostri che hanno continuato a lavorare nonostante le ferite sanguinanti, le fratture, i colpi in testa.
E pensare che era stato tutto previsto. L’allarme era stato lanciato settimane prima. Settimane? Ci studiavano da mesi!
Quindi dove si è sbagliato? Nel voler difendere solo i palazzi della politica senza pensare alla gente normale, ai cittadini comuni che sfilavano in corteo in mezzo ai black bloc. Mi dispiace dirlo, ma non è stato fatto né il massimo né il minimo per garantire a questi cittadini un po’ di sicurezza.
Pensa che la soluzione sia quella proposta da Di Pietro e accolta da Maroni di una riproposizione della Legge Reale del 1975? Ossia estensione del Daspo, perquisizioni immediate sul posto, fermi preventivi, vernice colorante sparata con gli idranti per individuare i violenti anche a distanza di ore, arresti differiti, facoltà delle forze di polizia di usare le armi, in caso di necessità, nella gestione dell’ordine pubblico? No, non penso che serva questo. E anche se fosse la strada giusta, per applicare queste norme ci vorrebbero comunque i poliziotti. Se i poliziotti per strada non ci sono, non ci sono nemmeno leggi che possano essere applicate. E’ sempre lo stesso discorso: ci tolgono la benzina, ci tolgono i mezzi, non ci fanno lavorare, ci tengono chiusi negli uffici per non pagarci gli straordinari, perché se esci e fai arresti quelli sono tutti straordinari, però introducono le leggi speciali.
Lei, a 57 anni, ce la fa ancora a inseguire per strada un ragazzino di 18? Lo faccio, ma più da padre che da poliziotto, perché mi dispiace enormemente che non capiscano cosa stanno facendo.
Intanto ieri, nel corso del blitz in tutta Italia negli ambienti anarcoinsurrezionalisti, sono state denunciate solo sei persone a Firenze. Anche sabato, a parte i quattro già noti, tra cui tre donne, bloccati a bordo di un’auto mentre raggiungevano piazza della Repubblica, tra i dodici arrestati sei erano minorenni e solo due avevano qualche precedente. Ieri sera è stato individuato e fermato a Roma il giovane fotografato con l’estintore in mano. Ma tutti gli altri, i veri artefici del disastro, sono liberi. E’ vero. Ma per prendere quelli, ci vuole voglia di prenderli, e io di questo comincio a dubitare, la capacità di prenderli e gli uomini per farlo. Se gli uomini stanno sotto palazzo Chigi non si può fare.

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