Quindici anni fa Angela spariva sul Faito

Angela: oggi potrebbe essere così.
Anno 1996: tg e stampa furono monopolizzati dalle cronache relative alla sua vicenda. In modo ossessivo, martellante. Angela Celentano, la piccola dissoltasi sul Faito: sono passati quindici anni da quella mattina d' estate. Ancora oggi l' incredulità rimane il sentimento dominante pensando alle modalità in cui - in pieno giorno - possa essere sparita una bimba di soli tre anni. Sotto gli occhi di quaranta persone assiepate in pochi metri quadri. Un' assurdità voler continuare a credere che nessuno dei presenti - tutti amici e parenti dei Celentano - abbia notato alcunchè di strano. In ogni caso, se - come ci auguriamo - fosse ancora viva, Angela sarebbe appena diventata maggiorenne. A giugno, quattro mesi fa. Il suo caso scrisse una delle pagine più misteriose della 'nera' italiana ma, al tempo stesso, è emblematico di come l' informazione - dapprima assidua ed asfissiante - possa diventare - man mano che il tempo passa - cinicamente capace di dimenticare. Un pò - come in tempi recentissimi - è stato con il caso di Yara, la ragazzina di Brembate. Dopo un iniziale tambureggiare - assiduo ed ossessivo - è calato il sipario del silenzio. Non per rispetto della famiglia Gambirasio - come si vuol far credere -  ma solo perchè la vicenda aveva perso un pò del suo 'appeal'. Dalle telenovelas al dimenticatotio, quindi. Questa è l' informazione italiana. Angela, dicevamo. Gli inquirenti hanno battuto in questi lunghi quindici anni le piste più disparate - inseguendo spesso i racconti di mitomani e visionari (ultima in ordine di tempo una tale Vincenza Trentinella). Ogni volta che un' illusione svaniva, la fiammella della speranza si affievoliva. Tuttavia ve ne è una che - con tenacia e disperazione - viene mantenuta ancora in vita. E' quella che arde in casa dei Celentano. Sul web è disponibile un passaggio, scritto da mamma Maria e papà Catello, fatto di  parole che rievocano gli ultimi istanti trascorsi in compagnia della loro piccola. In cima a quella maledetta montagna, quella maledetta giornata. Quasi a volerne fermare per sempre gli istanti. Lo riportiamo testualmente  ''Era il 1996. Era sabato 10 Agosto. Una bellissima mattina, piena di sole, piena di vita.Si respirava un’aria piena di allegria. Le nostre bimbe, Rossana sei anni, Angela tre e Naomi uno e mezzo si erano svegliate gioiose perchè quel giorno si andava con parenti ed amici a fare una bel pic-nic sul Monte Faito. Ogni anno, in estate - a conclusione della scuola domenicale per i bambini, una sorta di catechismo - la nostra comunità cristiana di appartenenza organizzava una giornata di giochi e di svago sul Monte Faito, nel comune di Vico Equense (NA),  a pochi chilometri dalla nostra abitazione. Finalmente tutto era pronto e verso le 10/10:30, con la nostra auto, salimmo sulla montagna fino ad arrivare al posto stabilito con i nostri amici. Ogni anno si andava al centro ippico del Faito, ormai dismesso, ma per lo spazio che offre è una bella meta per un pic-nic tranquillo; ma quel 10 Agosto del 1996 era già stato occupato da tante famiglie così, fu deciso, già stando sul Monte, di trovare un altro posto dove stare tutti insieme e dove i bambini potessero giocare tranquilli e sicuri. Individuammo un posto antistante il centro sportivo che corrispondeva alle nostre esigenze. Eravamo circa quaranta persone tra adulti e bambini. Da subito i bambini ed i ragazzi iniziarono i loro giochi con la palla, con l’altalena, l’amaca, il tiro della fune, con i palloncini, il karaoke ecc…mentre il resto del gruppo preparava alcuni tavoli per il pranzo ed altri pulivano intorno.La mattinata trascorreva nel divertimento e nella spensieratezza. Verso le dodici i bambini più piccoli, compresa Angela, pranzarono, mentre i grandi organizzarono una partita di pallone.Verso le tredici o poco prima, tutti stavamo pranzando ed Angela mi chiese  di farla salire sull’amaca. Io le risposi che l’avrei accontentata più tardi. Consumata l’insalata di riso, chiesi a Maria (mamma di Angela) se ci fosse stata qualche altra cosa al di fuori dell’insalata e se Angela avesse pranzato. Maria mi rispose che mi avrebbe preparato un panino e che Angela aveva già mangiato, ma le potevo chiedere se avesse ancora fame. A quel punto, mi voltai e dissi: "Angela a papà…!" convinto che lei stesse ancora dietro di me. Le avevo parlato pochi minuti prima ma, mi accorsi, che non c’era più: era sparita nel nulla… Mentre scrutavo con lo sguardo con la speranza di individuarla, sentii Maria chiedermi cosa avrei preferito nel panino ed io le risposi: “…ma quale panino…io non vedo più Angela…”.A queste parole tutti cominciarono a cercarla e quando, dopo pochi minuti, ci rendemmo conto che non riuscivamo a trovarla, chiamammo subito i carabinieri di Vico Equense (una loro pattuglia aveva stazionato pochi minuti prima all’ingresso del centro sportivo, 500 metri distante da noi). In meno di due ore quel posto si riempii di tantissime persone per cercare Angela e prima che fosse sera anche i militari dell'esercito si aggiunsero alle altre forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia, VVFF, Vigili Urbani, Finanza, Protezione Civile, Volontari del Faito) per le ricerche. Per quattro giorni e quattro notti siamo rimasti sul posto per cercare Angela. Lasciammo Faito solo quando ci fu la certezza che Angela non fosse più sul Monte (qualcuno l’aveva portata via dal primo istante).  Per quattro giorni furono usati tutti i mezzi che nel 1996 erano disponibili. Arrivarono subito le unità cinofili, un elicottero militare, munito di un sofisticato apparecchio a raggi infrarossi che riportava sul monitor qualsiasi corpo in movimento nella notte; furono utilizzati di notte anche i cavalli (che avvertono la presenza di qualcuno nel buio), cani volpe (il loro fiuto avverte un corpo anche fino a 2 metri sotto terra). Fu chiesto ed ottenuto l’intervento di speleologi e rocciatori per escludere un eventuale allontanamento e caduta accidentale di Angela. Il Monte Faito presenta molti dirupi e rifugi nascosti. Furono sondati i pozzi che raccoglievano acque piovane perché un tempo serviva per il maneggio ormai dismesso. Per quattro lunghi giorni e notti, il Monte Faito fu messo sotto sopra ma di Angela nemmeno l'ombra …''. Così si conclude il passaggio, in modo netto, brusco. Ma la famiglia Celentano crede nel fatto che la loro bimba - un giorno - tornerà a casa.  Cliccando qui si potrà visualizzare un repertorio di foto da loro pubblicato. Sono scatti che riprendono i primi tre anni di vita di Angela: qualunque ragazza - di 18 anni circa, in qualsiasi parte del mondo - vi rinvenisse qualcosa di familiare potrà contattare i recapiti indicati. Il sito è riprodotto in varie lingue.

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