La folle opera di ripulitura del Calore


Avevamo riferito, in un precedente post, dello stato di incuria nel quale versava il Calore nel suo tratto beneventano. A destare preoccupazione l' insieme di rifiuti e di fittissima vegetazione che riempiva l' alveo che, come natura pretenderebbe, dovrebbe, invece, rimanere sgombro da ostacoli per assicurare un normale deflusso delle acque. Così è capitato che, verosimilmente sulla scia emotiva genovese, fosse ordinato dagli organi provinciali la bonifica del greto. Arrivano le ruspe e danno inizio alla loro attività. A segnalare il caso è stato Altrabenevento, i cui attivisti hanno anche filmato un video visualizzabile cliccando qui. Cosa sarebbe accaduto durante questi interventi lo hanno esposto due attivisti dell' associazione - Sandrucci e Fioretti - denunciando il tutto al comando provinciale di Benevento del Corpo Forestale dello Stato. Di seguito,  facciamo una rapida sintesi del relativo passaggio pubblicato sul web site di Altrabenevento. Ebbene, durante i lavori gli operai avrebbero sradicato gli arbusti per seppellirli nello stesso letto di uno dei bracci attivi del fiume. Poi, avrebbero ricoperto il tutto con terra prelevata dalle sponde. Guai su guai, per intenderci. Innanzitutto, in caso di una portata d' acqua più vigorosa, verrebbe disseppellito tutto il materiale occultato con ritorno alla situazione di pericolo di partenza. Ovvero, quello dato dall' ostacolo al decorso delle acque e alla connessa sospensione di materiali pericolosissimi per la pubblica incolumità nella eventualità di una esondazione. Inoltre, l' indebolimento delle sponde - prelevandovi materiale - non rappresenta la migliore arma di prevenzione disponibile. In ultimo - ciliegina deliziosa sulla torta - il seppellimento di rifiuti vari che affollavano l' alveo - pneumatici in primis - nello stesso letto del fiume insieme alla vegetazione di cui già si è detto. Assurdità, cose dell' altro mondo, per dirla in modo colorito. A dispetto di tutte le norme che dispongono il trasferimento dei rifiuti nelle apposite discariche e che, in ogni caso, impongono che la vegetazione estirpata dal fiume e dalle zone contigue non venga lasciata in loco. In appendice segnaliamo che l' assessore Aceto avrebbe convocato la ditta esecutrice dei lavori intimando di attenersi ai prescritti dettami. Ma, in verità,sarebbe stata auspicabile sul luogo una supervisione da parte del personale stesso della Provincia. Ma qui ci si rischia di perdere nell' oceano dei rimbalzi di responsabilità. 

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