Anni 80, Sant'Agata dè Goti e traffici di rifiuti: solo una chiacchiera?


Giuseppe Fortunato - Il coraggioso giornalismo di Billy Nuzzolillo sta osando squarciare quei veli di omertà che da decenni avviluppano e mortificano il Sannio.
Un colpevole silenzio (delle coscienze e delle parole) che ha patologicamente contraddistinto la stampa e la politica sannita. Le scomode argomentazioni - cui il direttore di Sannio Press sta restituendo la dovuta centralità - riguardano presunti traffici di rifiuti - caratterizzati da altissima pericolosità - che avrebbero fatto delle terre di Cerreto Sannita e di Morcone una immensa pattumiera avvelenata. Vicende vecchie probabilmente di un paio di decenni ma delle quali, fino ad ora, nessuno aveva mai semplicemente osato narrare . Per paura, per non allarmare, per il maledetto e vile quieto vivere. Lo scenario di un Sannio come terra di criminale conquista scuote, in effetti, le coscienze di chi riteneva di vivere in un oasi di felicità. Si ridestino i sanniti:  la fetta di territorio tristemente interessata potrebbe essere decisamente ampia. Un passaggio a firma di Giancristiano Desiderio già estende oltre i semplici confini morcono-cerretesi le dimensioni della pattumiera. ''Una prima mappa dei veleni del Sannio'' - riferisce il giornalista santagatese -  ci dice che nei territori che ricadono nei comuni di Sant’Agata dei Goti, Ceppaloni, Morcone, Cerreto Sannita in passato e nel passato a noi più prossimo sono stati scaricati rifiuti illeciti''. Vi sono aree che, effettivamente, potevano essere, in via teorica, predisposte più e meglio di altre a simili scopi. Dei lidi ideali ove approdare per la camorra dei rifiuti. Si pensi, facendo solo una ipotesi, a Sant'Agata dei Goti - appunto - territorio con una estensione pari a 64 kmq (quanto quella di Napoli), in prevalenza caratterizzata da aree rurali. Difficilmente controllabile nella sua integrità, ricco negli anni '80 di cave ed ad un tiro di schioppo da quelle aree del casertano da cui - Gomorra docet - partivano i carichi di veleni. Rammento - e qui apro una parentesi - un episodio di quasi un decennio fa, cui all' epoca non diedi alcun peso. Sul 'Valle Caudina' - treno che utilizzavo per raggiungere Sant'Agata dè Goti da Napoli, attraverso un cambio con un bus alla stazione di Arpaia - colsi una chiacchiera tra un gruppetto di passeggeri seduti proprio alle mie spalle. Parlavano di camion che nelle notti degli anni '80 attraversavano le campagne di Sant'Agata dè Goti. Di loro amici che - probabilmente saticulani - recandosi a lavoro ancora prima dell' alba - incrociavano grossi furgonati con sospetta frequenza.  Uno di quelli, addirittura, parlava di interi rimorchi seppelliti sotto terra, sotto le cave. All' epoca non diedi a quanto appreso alcun peso, nè importanza. Nè compresi - vuoi il rumore delle rotaie - cosa potessero mai trasportare quei mezzi. L' ultimo particolare, poi - quello dell' interramento dei rimorchi stessi - mi fece pensare - di qualunque cosa stessero parlando quelle persone - ad una immensa bufala.Quelle chiacchiere, però, alla luce dei fatti degli ultimi anni, hanno riacquistato un pur minimo ricollegamento con il reale. E se quei passeggeri stessero alludendo ai traffici clandestini di rifiuti? Del resto, i luoghi di cui parla Saviano nel suo 'Gomorra', le cave che avrebbero ingoiato scorie anche radioattive, sarebbero distanti solo qualche chilometro dalla nostra Sant'Agata dè Goti. Non so se chi preposto all' ordine ed al governo della cittadina negli ultimi 25 anni circa, abbia mai udito chiacchiere di simile contenuto o se - loro in prima persona o qualche di questi amico - abbia mai ricevuto segnalazioni di ipotetici e teorici movimenti sospetti. La sola vicinanza,  del resto, ad aree a forte tasso camorristico avrebbe dovuto far drizzare loro le antenne; ha mai qualcuno, per puro scrupolo, promosso, anche a livello 'campionario' ed in via preventiva, analisi sul territorio volte ad escludere contaminazioni di alcun genere? Un eccesso di zelo - quando in gioco vi è la salute pubblica - non sarebbe risultato affatto sgradito. Intanto, una prima verità la magistratura l'ha già consegnata. Nelle terre di Palmentata è stato sversato il pericolosissimo cromo esavalente. Questo, almeno, è quanto risulta dai verbali  dell' operazione 'Falena' (cui si riferisce il sottostante video girato dai carabinieri durante uno degli appostamenti) scattata nell' aprile del 2010. Con l' inchiesta fu sgominata un'organizzazione salernitana che smaltiva scorie tossiche nelle terre campane. Anche in un' area di Palmentata che fu sottoposta a sequestro dai giudici. Nella contrada santagatese sarebbe stato sversato - oltre ad altri residui - il tossicissimo materiale. Il cromo esavalente è un composto altamente pericoloso per l' uomo e per l' ambiente. Copio ed incollo da wikipedia ''composti del cromo esavalente (cromati e bicromati) sono molto tossici se ingeriti o se i fumi vengono respirati''.Ed ancora ''La eventuale presenza di cromo esavalente nel terreno pretende la decontaminazione ed il recupero ambientale''. Sinceramente ignoro se i verbali della vicenda siano mai stati girati dalla magistratura alle istituzioni competenti sul territorio e se, in tale eventualità, sia stata condotta una ricerca nel terreno del pericoloso composto. Che il Sannio non sia in toto terra 'immacolata', lo dicono la magistratura ed anche rivelazioni colte da ambienti carcerari (si veda il libro 'La Malasorte' di Pierluigi Partenio). Sotto terre apparentemente amene ed incontaminate non è assolutamente improbabile che possano celarsi tremendi spettri del passato. E se in tempi più o meno remoti non è stato visto ciò che si doveva vedere, rimedino a ciò gli uomini di oggi. Si analizzino i territori, si intervenga, si bonifichi ciò che si può ancora depurare. Si spezzi la catena di contaminazione che rischia di continuare ad avvelenare la salute nostra e dei nostri figli.

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