Giancristiano Desiderio - da Sannio Press
Immaginiamo la scena (in attesa che
sia ricostruita bene nella sua dinamica, per quanto possibile, dal magistrato):
un gruppetto di ragazzi ubriachi si presenta davanti all’ingresso della
discoteca e il cosiddetto “buttafuori”, che sta lì per cercare di filtrare chi
entra e chi no in base al giusto criterio “meglio prevenire i casini che
subirli”, dice loro: “No, fermi, voi non entrate”.
Il gruppetto di giovani o
meno giovani – al momento non lo
sappiamo - ci resta male e va via ma per
far ritorno molto presto. Come? Con un fucile che, stando ai fatti, si voleva
usare contro l’agente della sicurezza, tanto che esplode anche un colpo a
pallini che solo la prontezza del buttafuori riesce a deviare in basso,
all’altezza della gamba evitando il peggio. Risultato: ricoverato e dieci
giorni di prognosi. Fin qui la cronaca che abbiamo riportato riprendendola
dalla Gazzetta di Pietronigro. Ora, la domanda è: ma voi quando andate a
ballare o a bere qualcosa con gli amici vi portate dietro pistole e fucili? Cerchiamo di capirci, come è nel
nostro stile, senza nasconderci dietro a parole vuote. Su queste pagine abbiamo
affrontato il tema della movida senza infingimenti e abbiamo segnalato a
tutti – ai gestori dei locali, al “popolo
della notte”, all’amministrazione comunale, alle forze dell’ordine, al prefetto
- che la situazione era ben al di là del
consentito e oramai la movida beneventana era diventata per incuria e
irresponsabilità pubblica generale un fenomeno fuori controllo. Quando abbiamo
detto che si sarebbero presi provvedimenti seri sulla movida solo al cospetto
del morto non abbiamo esagerato ma solo descritto ciò che accadeva e accade e
ne abbiamo immaginato gli sviluppi naturali. Le cose che abbiamo scritto a
volte sono entrate e sono uscite dalle orecchie dei molti monaci sordi di
questa città – sindaco, assessori,
prefetto, vigili - e a volte hanno fatto
un giro in più nelle loro testoline fino a partorire alcuni incontri con i
gestori dei locali e con il comitato di quartiere che hanno poi portato il sindaco
Pepe a chiudere alcuni locali a Piazza Piano di Corte. I provvedimenti
dell’amministrazione sono stati tardivi ma dimostrano che quanto veniamo
scrivendo da tempo era semplicemente la verità di fatti pericolosi che se
ignorata prima o poi si vendica ed esplode. La cosa è accaduta regolarmente
questa notte. E soltanto per un caso fortuito, oltre che per la prontezza di
riflessi del buttafuori, non c’è scappato il morto o il ferito grave. Ora, cari beneventani, ascoltate un
po’. Al punto in cui siamo giunti, la movida non è più affare esclusivo
dell’amministrazione, dei gestori e dei giovani. E’ affare delle famiglie che
sono le grandi assenti del nostro tempo. Più di una volta parlando e discutendo
della movida è venuto fuori l’argomento dei giovani ai quali tutto si deve in
omaggio all’incivile discorso pedagogico che sono giovani e quindi possono fare
tutto. Allora qualcuno glielo dovrà pur dire: i giovani hanno un dovere
preciso: devono crescere al più presto e non devono dare fastidio. E chi glielo
deve dire, nel loro interesse, sono le famiglie. Se i vostri figli alle 2, alle
3, alle 4, alle 5 del mattino non sono a casa ma per strada la colpa è vostra.
Svegliatevi (se riuscite a dormire), vestitevi e andate a riprenderveli. Prima
che sia troppo tardi, prima che si rovinino la vita perché un idiota pieno di
alcool si è portato dietro un fucile e spara tra la folla. Nella movida beneventana circolano
le pupe. E’ sempre un bel vedere. Il tacco
– perché il sesso sta lì, nel tacco -
la farfalla di Belen, le tette e una voglia di vivere che piace a tutti.
Ma oltre alle pupe ci sono anche le pistole? A quanto pare sì. O si sa dove
prenderle. Nella tranquilla Benevento circola un po’ di tutto: fumo, alcool,
cocaina, bulli, pupe, pistole e lo stronzo di turno che è in grado di rovinare
la festa e la vita ai vostri figli se consentite loro di tornare a casa quando
c’è luce e dormire tutto il santo giorno invece di darsi una regolata e un
contegno che hanno fatto sempre bene al cuore e alla cervello. L’andazzo
generale porta dritto verso all’obitorio. I napoletani dicono “a fessa man’ ‘e
creature”. E’ esattamente così. Morire o inguaiarsi la vita per una stronzata è
proprio da imbecilli. La vita notturna di Benevento va
regolamentata con la vigilanza, la presenza attiva dell’amministrazione
comunale che fa rispettare leggi, regole e licenze. Questo è un punto che ormai
è chiaro e non va più discusso ma realizzato. Regolare la notte è necessario.
Ma non sufficiente. Se ci sono non solo i pistola ma anche le pistole, allora,
c’è qualcosa che non va. E prima o poi qualcuno ne farà amaramente le spese.
Tenetevi i vostri ragazzi a casa e date loro regole da rispettare prima che sia
troppo tardi.
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