Sassinoro, Sannio di serie b


Non si finisce mai di essere di serie b.  O, per  meglio dire, è possibile esserlo fino all’ ennesima potenza. Nel cuore della Campania, area di seconda serie dell’ Italia – come tutto il Meridione, del resto – vi sono l’ Irpinia ed il Sannio (quest’ ultimo, in particolare) che, appunto, sono le cenerentole del 'Regno di Napoli'.
Ma anche il Sannio ha la sua serie b.  Vi ‘militano’ quelle realtà che, rispetto a Benevento ed al suo immediato hinterland, se la passano anche peggio. Penso al Fortore, ad esempio, terra baciata dalla natura ma snobbata da ogni livello istituzionale. E, in generale,  a tutte quelle piccole realtà della provincia beneventana che sono periferiche da un punto di vista geografico e politico.  Un pensiero particolare, oggi, lo vogliamo dedicare alla pittoresca ed affascinante Sassinoro. 612 abitanti circa, schiacciato tra Morcone ed il confine molisano, è l’ emblema di come i cittadini possano essere, pur pagando le tasse come tutti, la serie b della serie b della serie b. Serie b all’ ennesima potenza, appunto. Il paesino bagnato dal Tammaro ha recentemente espresso per bocca del suo sindaco – Pasqualino Cusano - tutta la sua civile ma seccata indignazione. Il dimezzamento del servizio postale, l’ ultimo nuovo disservizio. ‘’ L’ennesimo colpo che contribuisce, subdolamente, allo spopolamento e al depauperamento di queste piccole comunità che hanno visto in questi ultimi anni un lento, graduale ma continuo regredire rispetto a molti servizi di primaria importanza’. Questo uno spezzone  di quanto riferito dal primo cittadino. Come dargli torto, del resto.  Quando anche per pagare una bolletta devi segnarti il giorno sul calendario, capisci tangibilmente che appartieni ad una comunità meno fortunata. Che ha visto allontanarsi l’ ospedale da Cerreto Sannita a Benevento, che ha strade colabrodo per raggiugere i centri di riferimento, che diviene ambita meta della politica solo nelle imminenze elettorali. Condivido in pieno il pensiero del sindaco Cusano, in ispecie quando afferma che iI miglior modo per salvaguardare le zone interne – che è spot sventolato e tanto ‘amato’ dai signori delle poltrone -  è quello di salvaguardarne i servizi. Il resto sono vane chiacchiere che non poggiano sulla concretezza dei fatti. Come le salvaguardi, queste benedette zone interne, se dalle sedi centrali è tutto un togliere senza mai dare? Ed è, quindi, del tutto conseguenziale che dal 1991 ad oggi un paese come Sassinoro perda 306 abitanti, ovvero 1/3, della sua popolazione. Un tremendo balzo verso il baratro da 918 a 612 residenti. Numeri spettrali, senza far menzione del dato di 100 anni fa. Nel 1911 vi erano 1.900 abitanti, più di tre volte tanto rispetto ad ora. Segno incontestabile di un declino, cui le forze maggiori non si oppongono e che, procedendo con tale ritmo, si tradurrà nella morte di queste piccole, stupende realtà. Se muiono loro, però, muore anche la cultura e la storia del Sannio.

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